Sui mercati finanziari la giornata post-referendum italiano (ed elezioni austriache) ha visto tutte le principali borse europee in positivo, tranne Milano che ha chiuso in lieve perdita (-0,21%).

In evidenza il listino di Francoforte (+1,63%), seguito da Parigi (1%), Madrid (0,67%) e Londra (0,24%).

A Piazza Affari si è registrata una seduta di alta volatilità, nella quale la vittoria del No alla consultazione referendaria e le conseguenti dimissioni del premier Matteo Renzi non hanno però prodotto il temuto effetto-panico.

Nonostante ciò, secondo gli esperti, è probabile che sul mercato tornino a prevalere i ribassi. L'incognita riguarderà soprattutto i titoli bancari - già oggi sotto pressione - a partire dalle necessità di ricapitalizzazione di Mps e Unicredit.

Altro settore colpito dalle vendite - pur in modo leggero - è quello delle utility, mentre salgono invece i titoli dell'energia, favoriti dal petrolio che a New York ha raggiunto quota 52 dollari al barile.

Quanto allo spread, il differenziale tra Btp e Bund si è mosso poco e si è posizionato a 167 punti base, rispetto ai 161 della chiusura di venerdì scorso. Il rendimento del decennale italiano si è attestato attorno al 2%.

Ma si attendono in particolare le decisioni della Bce, che giovedì potrà assicurare il prolungamento del programma di acquisti dei titoli di stato (il cosiddetto quantitative easing).
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