Che cosa cambia per i cittadini britannici con l'uscita dall'Ue?

Il principale quotidiano francese, Le Monde, ieri ha pubblicato un elenco di cose che cambieranno. Eccolo.

La libertà di circolazione negli altri paesi europei è compromessa. Finora era sufficiente un documento d’identità per spostarsi in tutta l’area di Schengen (anche se il Regno Unito non ne fa parte). Dopo l’uscita dall’Ue probabilmente i cittadini britannici dovranno richiedere il visto per viaggiare nell’Europa continentale.

La caduta libera della sterlina rispetto all’euro inevitabilmente ridurrà il potere d’acquisto dei cittadini britannici in vacanza nel resto d’Europa. Aumenteranno anche i prezzi dei biglietti aerei, dato che sono gli accordi comunitari a permettere a ogni compagnia europea di operare senza limiti di frequenza, capacità o prezzo nello spazio aereo del continente.

È probabile che si assisterà alla delocalizzazione di molte attività, in particolare quelle delle grandi banche che operano nella city.

Cosa cambierà per gli 1,3 milioni di cittadini britannici che vivono in altri paesi europei: almeno 319mila in Spagna, 171mila in Francia, centomila in Germania e più di 25mila in Italia.

Le pensioni degli espatriati si scioglieranno come neve al sole a causa del forte deprezzamento della sterlina.

Dipende dal paese. In alcuni, come la Francia, esiste un accordo bilaterale per cui gli espatriati possono usufruire del servizio sanitario nazionale, ma le spese sono sostenute dalla sanità britannica.

Sarà necessario un permesso di lavoro, come per tutti gli extracomunitari.

Funzionari europei. Il destino professionale dei tanti funzionari britannici che lavorano per le istituzioni europee (in particolare a Bruxelles) è più incerto che mai. Alcuni di loro hanno pensato di acquisire una seconda nazionalità europea (in particolare belga).

Cosa cambierà in Ue?

I più importanti mezzi di informazione britannici si interrogano su quel che accadrà ora in particolare per l'economia e l'emergenza migranti.

Tra gli approfondimenti offerti dal "Guardian" c'è quello sui moltissimi immigrati che vivono nel Regno Unito.

"La campagna per il "Leave" ha dato rassicurazioni inequivocabili sul fatto che qualunque nuovo piano per l'immigrazione non riguarderà gli oltre 3 milioni di non-britannici che sono già nel Paese.

Ne consegue che questo debba essere applicato anche ai due milioni di inglesi che vivono nel resto d'Europa".

"Non ci saranno cambiamenti per i cittadini dell'Unione europea che sono già legalmente residente nel Regno Unito", questa la frase ripresa dal Guardian direttamente dalla campagna "Leave".

"Il comitato ha anche detto che gli accordi di Vienna proteggeranno i diritti sia dei cittadini britannici che vivono nel resto d'Europa, sia quelli dei non-britannici che vivono già nel Regno Unito" continua ancora il quotidano britannico rifacendosi alle note diffuse dagli anti-europeisti.

Secondo alcuni esperti di diritto internazionale citati dal Guardian però "Non ci sono garanzie sui diritti acquisiti. Uscire dall'Europa significa non essere più membro del club che dà questi diritti".

"Per diritti acquisiti si intendono quello di residenza, lavoro, di fare impresa, di avere una proprietà, di avere accesso ai sevizi pubblici come quello della salute e dell'istruzione, e il diritto a rimanere in un Paese dopo la pensione", continua il Guardian.

Il Times focalizza uno dei suoi approfondimenti sulla paura del contagio ad altri Paesi come qualcosa di reale. "Il sogno di un'Europa unita è finito".

"La Brexit farà esplodere il terrore nel cuore dei governi europei e costringerà a un ripensamento dell'organizzazione che ha lo scopo di guidare l'Unione di Stati nel nome della pace e della prosperità".

LE PREVISIONI DEGLI ANALISTI . Secondo gli analisti economici a pagare il prezzo maggiore sarà la Gran Bretagna ma anche l'Eurozona subità contraccolpi sul piano economico.

IL PERCORSO D'USCITA - Il percorso formale di uscita dall'Ue è stabilito dall'articolo 50 dei Trattati Ue ed è lungo e complesso.
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