Il Fisco, per una volta, potrebbe avere un volto più umano. Non solo perché, come annunciato dall'Agenzia delle entrate, non si andranno a perseguire i contribuenti per somme esigue. In realtà, c'è anche un altro provvedimento, previsto nella legge di Stabilità e inserito in quella norma grazie al deputato sardo Francesco Sanna, che va incontro alle esigenze dei contribuenti, in particolare a coloro che per una qualche ragione hanno smesso di pagare i debiti rateizzati dall'Agenzia delle entrate o da Equitalia. In sostanza, se anche il contribuente non ha versato quanto dovuto, nel caso abbia la volontà di riprendere a pagare, si ritorna al punto di partenza, senza sanzioni ed evitando il raddoppio di more e interessi, oltre al blocco di pignoramenti e aste.

COME FUNZIONA L'articolo 1 della legge di Stabilità, ai commi 134-138, prevede che l'Agenzia delle entrate vada incontro al contribuente moroso. Non tutti, sia chiaro. Coloro che hanno ottenuto in passato, e precisamente tra il 15 ottobre 2012 e il 15 ottobre 2015, un piano di rateizzazione dei debiti con il Fisco per alcuni tributi non versati, possono approfittare della nuova misura. Se infatti hanno saltato anche una sola rata sono immediatamente decaduti dai benefici previsti dalla rateizzazione. Il che significa vedersi conteggiare sanzioni, interessi di mora più pesanti e ulteriori costi fino anche all'avvio delle procedure ingiuntive, come le famose ganasce fiscali (il fermo amministrativo dell'auto) oppure il pignoramento e la vendita all'asta di un bene. Se il contribuente mostra la volontà di riprendere a pagare, tutte queste procedure si bloccano e si ritorna al punto di partenza. «Il contribuente, versando la prima rata che aveva mancato di onorare, è riammesso a pagare il debito fiscale secondo le scadenze e le rate del piano originario», spiega il deputato Francesco Sanna, estensore del provvedimento inserito nella legge di Stabilità. «Si sospendono dunque le esecuzioni sul suo patrimonio. Se si è decaduti da cartelle Equitalia, si paga in misura ridotta perché si risparmiano le sanzioni aggiuntive dovute alla decadenza dalla rateizzazione e non si perde nulla di quanto già versato».

BENEFICIARI Non tutti dunque possono essere ammessi a questa misura, ma certamente coloro che hanno manifestato la volontà di versare al Fisco, anche se a rate, quanto dovuto per imposte dirette non pagate (Irpef o addizionali comunali e regionali per le persone fisiche e Ires e Irap per le imprese), possono così riprendere a versare senza ulteriori sanzioni (anzi verranno eliminate nel caso di cartelle Equitalia) o provvedimenti che li penalizzino. Tutto deve essere fatto però entro il 31 maggio, termine fissato per versare al Fisco l'ultima rata non pagata. A quel punto, l'Agenzia delle entrate prenderà atto della volontà di riprendere i pagamenti e bloccherà tutte le nuove procedure avviate dopo lo stop dei versamenti.

«Ho avviato un'iniziativa parlamentare per chiedere conto dei tempi ristretti di attuazione della norma, visto che solo il 22 aprile scorso l'Agenzia delle entrate ha emanato una circolare esplicativa sul provvedimento», osserva Francesco Sanna che ha presentato sulla questione un'interrogazione al ministro delle Finanze, «proponendo che venga inviata una lettera ai contribuenti potenzialmente interessati e allo stesso tempo si prolunghino i tempi di presentazione delle domande oltre il 31 maggio». L'iniziativa, infatti, che va incontro alle esigenze di molti contribuenti, evitando procedure esecutive e l'aumento degli interessi, non è stata fino ad ora fatta conoscere dall'Agenzia delle entrate. Non basta dunque un Fisco dal volto più umano, serve anche che i contribuenti ne abbiano conoscenza.
© Riproduzione riservata