Nella terra dei centenari e della longevità al bando i cibi confezionati e trasformati, zeppi di sale e grassi saturi, nocivi per la salute.

Così la Sardegna, con la Camera di commercio di Cagliari, si mette alla guida dell'Italia per un progetto che coinvolge altri cinque Paesi del Mediterraneo con l'obiettivo di tutelare e salvaguardare la dieta mediterranea, già riconosciuta dall'Unesco patrimonio culturale e immateriale dell'umanità.

Il protocollo d'intesa internazionale è stato firmato all'Expo di Milano.

Nei sei Paesi coinvolti (oltre all'Italia anche Spagna, Grecia, Egitto, Libano e Tunisia) sono trecento in tutto i locali che hanno ottenuto la certificazione di qualità per la dieta mediterranea e il 7% di questi, venti in totale, si trova in Sardegna, principalmente nella provincia di Cagliari: Ammentos, Antica Cagliari, Convento di San Giuseppe, La mola sarda, Luigi Pomata, Opera Prima, Saint Remy, Flora e “Il Buongustaio” a Cagliari, Il Campidano a Samassi, L'Escargot”a Costa Rey, Licu e Giuanniccu a Santadi, Arke e “Su Meriagu” a Quartu, Villa del Mas a Elmas, Pani e Casu a Quartu e Cagliari, San Nicolò a Buggerru, Sa Mesa a Decimoputzu, Da Stefano” a Teulada. Già a disposizione anche un'applicazione per smartphone con tutte le informazioni sui certificati di qualità dei ristoranti sardi.

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