In 28 anni sono scomparse quasi la metà delle aziende zootecniche sarde.

E’ quanto si legge da una radiografia al comparto compiuta dall’Associazione regionale allevatori sardi che nei giorni scorsi ha partecipato a Sassari, rappresentata dal direttore Marino Contu, al XXII International congress of Mediterranean federation for health and production of ruminants promosso dal Dipartimento di Medicina Veterinaria di Sassari e dalla Fe. Me. S. P. Rum.

“Dai numerosi dati e grafici in nostro possesso – afferma il presidente Sandro Lasi - emerge il lavoro e l’evoluzione di un comparto che negli ultimi 30 anni ha avuto la capacità di innovarsi sia dal punto di vista tecnologico che qualitativo, ma anche di ringiovanirsi, riuscendo, cosa non scontata ne facile, a conservare i gusti e i sapori tradizionali”.

La zootecnia rappresenta circa la metà (44%) del valore della produzione agricola regionale che si attesta in circa 1,6 miliardi di euro. Il restante 64 per cento è rappresentato dalle coltivazioni agricole (26% erbacee, 7% foraggere, 8% legnose) e dalle attività secondarie e di supporto.
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