"Il 25 aprile e il 1 maggio rappresentano una festa mesta per i lavoratori del commercio", lo affermano provocatoriamente le segreterie di Filcams, Fisascat e Uiltucs annunciando lo sciopero dei lavoratori Auchan Italia per il 25 aprile (solo a Cagliari) e il 9 maggio con l'astensione dal lavoro nazionale.

Secondo le organizzazioni sindacali l'azienda avrebbe annunciato "la soppressione della 14/a mensilità, del contratto integrativo aziendale, gli scatti di anzianità o la perdita di un livello di inquadramento". E sarebbero in arrivo anche le prime lettere di licenziamento dopo tre anni di contratti di solidarietà. In Sardegna i dipendenti Auchan sono circa mille.

"Ad oggi il 40% delle aziende paga con ritardo le retribuzioni e alcune di esse non hanno ancora liquidato la 13/a mensilità o hanno una o due mensilità a fondo. La contrazione dei consumi e la minor capacità di spesa dei consumatori sta determinando diminuzioni dei fatturati anche nell'ordine del 20%. La ricerca incessante dei consumatori al prezzo più basso e agli articoli in promozione riducono drasticamente i margini - affermano i sindacati -. La stessa composizione della spesa media è diversa rispetto al passato, con un maggior ricorso a beni 'economici' a dispetto di quelli di marca: di fatto si mangia meno e peggio. Questo determina contraccolpi ai bilanci aziendali, con imprese costrette a dover ricorrere ai licenziamenti o ad altri ammortizzatori sociali, oltre 5.000 nuove Aspi dal settore dall'inizio dell'anno. In tal frangente non si contano le vertenze aperte, sia con le aziende locali che con quelle nazionali presenti in Sardegna".

Filcams, Fisascat e Uiltucs sollecitano, invece, un rilancio dei consumi "attraverso una diversa ridistribuzione della ricchezza e un prelievo fiscale meno gravoso e più giusto verso le famiglie e i pensionati. Vanno sollecitate le politiche di riordino del settore, in balia all'eccessiva libera concorrenza e al mercato, che genera competizioni tra operatori, in un circolo vizioso che porta solo al loro massacro commerciale. Va rimodulata la politica creditizia poiché in Sardegna, il credito è più caro che in altre regioni d'Italia con un accesso difficoltoso per le aziende commerciali. Va rilanciata una politica turistica del territorio e dell'enogastronomia sarda - aggiungono -. Va riorganizzata la disciplina sul lavoro festivo, per riconquistare una migliore conciliazione tra i tempi di lavoro e di non lavoro anche per la componente femminile propria del settore".
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