I paesi dell'euro devono fare le riforme, in futuro, "nell'ambito di un vera unione economica", scrive Draghi in un intervento nel magazine tedesco Wirtschaftswoche.

I PASSAGGI CLOU - "Una politica monetaria, orientata alla stabilità dei prezzi dell’Eurozona, non può reagire agli choc che colpiscono un solo Paese o una regione", ecco perché per il numero uno dell'Eurotower "è necessaria una più forte unità della politica economica". E come esempio concreto, il presidente della Bce cita la programmata unione dei mercati dei capitali, che deve essere portata rapidamente avanti.

I governi dei paesi dell’Eurozona devono quindi raddoppiare gli sforzi di riforma per creare una "genuina" unione economica, scrive a due giorni dal lancio del programma di Quantitative easing. "Chiedendo ai governi, nel contesto di un'unione economica, di adottare riforme strutturali, si dà credibilità alla loro concreta capacità di ridurre il debito attraverso la crescita".

Per Draghi, "quando la mancanza di riforme porta a divergenze durature all’interno dell’unione monetaria, si arriva allo spettro dell’uscita di un Paese, e di questo alla fine soffrono tutti i paesi membri", ha sottolineato ancora Draghi. "Se l'unione economica obbliga i governi a fare le riforme, rende credibile il fatto che i Paesi membri possano davvero, attraverso la crescita, superare i loro indebitamenti".
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