L'esperienza della Vinyls di Porto Torres è finita. La data che sembrava non dovesse arrivare mai alla fine è giunta. Dal 7 dicembre sono stati licenziati gli 88 dipendenti dello stabilimento sassarese. Operai che alcuni anni fa erano balzati sulle prime pagine dei giornali per la loro originale lotta: dar vita all'Isola dei Cassintegrati, asserragliati nel carcere dell'Asinara. Ma le clamorose forme di protesta non son bastate: quello che si temeva nella complicata vertenza, e che i Commissari liquidatori avevano formalizzato e comunicato già da tempo, ora è certezza.

Si tratta di un punto di non ritorno di una vicenda che per certi aspetti sa di beffa. Perché gli operai hanno continuato a presidiare lo stabilimento sino all'ultimo giorno, per garantire la sicurezza, come avvenuto da cinque anni a questa parte, quando si è aperta una crisi che è subito sembrata irreversibile. Il percorso avviato dai commissari coinvolge anche Porto Marghera (Venezia) e Ravenna che, assieme a Porto Torres, sono stati i simboli dell'industria chimica italiana per decenni. Ma negli ultimi cinque l'unica attività è stata legata a garantire i livelli di sicurezza, necessari e fondamentali per un impianto chimico non più produttivo.

Da oggi gli operai sono tutti iscritti alle liste di mobilità, la lotta e gli impegni nei loro confronti che puntualmente sono stati disattesi.
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