Nel terzo trimestre 2014 l'Italia ha registrato il dato peggiore degli ultimi 10 anni per numero nuove imprese iscritte alle Camere di Commercio con un tasso di crescita calato allo 0,27%. Un trend negativo che ha investito anche la Sardegna. Fra luglio e settembre i registri delle Camere di Commercio sarde hanno ricevuto 1.839 domande di iscrizione a fronte di 1.385 cessazioni.

Nell'isola continua a calare soprattutto il settore dell'artigianato. "I dati di Unioncamere dimostrano ancora una volta che nonostante gli sforzi degli imprenditori la crisi economica sta mettendo in ginocchio le imprese artigiane sarde", dicono Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, presidente e segretario della Cna Sardegna.

"I dati diffusi inoltre ieri dalla Svimez confermano che non si attenua l'emergenza sociale e produttiva. La Sardegna perde dal 2007 oltre il 13% di Pil, -4,4% solo nel 2013. La desertificazione produttiva - sottolineano Piras e Porcu - il crollo dell'occupazione e dei consumi si curano mettendo in campo una strategia di sviluppo regionale che promuova le riforme strutturali attese, rilanci un serio programma di politiche industriali ma sopratutto con urgenza avvii una grande piano di investimenti pubblici utilizzando le uniche risorse oggi mobilitabili: i fondi Europei".
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