La settimana finanziaria comincia con il piede sbagliato. Il Ftse Mib ha ceduto il 2,4%, risultando di gran lunga il peggior listino del Vecchio Continente, davanti a Madrid (-1,39%, Francoforte (-0,95%), Parigi (-0,78%) e Londra (-0,40%). Anche sul fronte dello spread l'Italia paga pegno con una crescita di quasi 6 punti base della forbice Btp-Bund, la più ampia in Europa dopo Grecia e Portogallo, mentre il differenziale Btp-Bonos spagnoli sale ai massimi da due anni e mezzo, segno di come il mercato ritenga in questo momento più sicuro investire nei titoli di Stato iberici che in quelli italiani.

EFFETTO STRESS TEST - Piazza Affari sconta l'esito del test della Bce, che ha individuato nove banche a corto di capitali (sette hanno rimediato con misure di rafforzamento concluse nel corso del 2014) e ha bocciato Mps (-21,5%) e Banca Carige (-17,19%). Le due banche dovranno trovare nuovi capitali (rispettivamente per 2,1 miliardi e 884 milioni) entro nove mesi ma sono chiamati in 15 giorni a delineare la strategia di rafforzamento. Le vendite non hanno risparmiato nessuno, da Ubi Banca (-5,15%), a Bpm (-4,43%), da Bper (-4,23%) a Mediobanca (-3,35%), da Intesa Sanpaolo (-3,14%) a Unicredit (-2,55%), nonostante alcuni istituti abbiano superato in scioltezza l'esame dell'Eurotower. Fuori dal comparto bancario hanno sofferto Saipem (-4,22%), Azimut (-4,14%), Mediaset (-3,13%), World Duty Free (-2,91%), Buzzi Unicem (-2,85%) ed Enel Green Power (-2,63%). Schivano l'onda ribassista A2a (+1,57%) e Stm (+1,54%). Debole Cir (-4,56%) nonostante l'utile dei nove mesi.
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