I sindacati rimangono sul piede di guerra anche se non ci saranno, come previsto dall'accordo, azioni unilaterali, cioè scioperi, ma solo assemblee per definire i prossimi passaggi. E per oggi è attesa la comunicazione ufficiale dell'azienda con la quale si ferma la procedura attivata il 15 settembre scorso. "Accogliamo con molto piacere la revoca della procedura di mobilità ma non abbassiamo la guardia perchè il momento è delicato - dice all'ANSA Sandro Spano dell'associazione piloti Meridiana (Apm) - Da parte nostra c'è la massima disponibilità a dialogare con l'azienda ma occorre un piano industriale serio e di rilancio per ridurre al minimo, magari tendente allo zero, gli esuberi". Nel frattempo nei prossimi giorni saranno cadenzati tutti gli incontri con il Governo e la Regione in vista del 21 ottobre, data fissata dall'accordo per trovare una via d'uscita ai licenziamenti. "C'è indubbiamente un dato positivo - sottolinea Francesco Staccioli dell'Usb - l'intervento del Governo, infatti, è riuscito a sminare il principale problema della procedura di mobilità, frutto di una valutazione politica di Governo e Regione che, seppure tardivamente, hanno dato il proprio supporto ad una vicenda i cui effetti erano prevedibili da tempo". "Occorre ora capire - aggiunge il sindacalista - se nelle prossime settimane ci sarà la volontà di trovare una soluzione per rimettere la gente a lavorare in azienda, che si chiami Meridiana o abbia un altro nome". Il riferimento è alla controllata Air Italy e alle polemiche dei giorni scorsi sul "passaggio" dei lavoratori da una società all'altra. "I vertici di Meridiana avrebbero potuto fare una cessione di ramo d'azienda e riconoscere l'anzianità dei dipendenti - afferma Staccioli - mentre l'offerta degli ultimi mesi era quella del licenziamento o la riassunzione con l'azzeramento dell'anzianità".
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