L’arco temporale che definisce la classifica comprende gli ultimi 4 anni, da Tremonti a Renzi. E Oristano risulta la prima tra le città sarde e la seconda tra le città del centro-sud dopo Lecce ad aver fatto maggiori sacrifici. Lo rivela un’indagine pubblicata da Il Sole24Ore che punta un faro sui tagli nel trasferimento delle risorse dallo Stato. Oristano è, appunto, al dodicesimo posto assoluto su 101 città.

L'ANALISI - Mentre si avvicinano i giorni della verità per la nuova spending review, scrive il quotidiano, “diventa sempre più chiaro che il dazio del 3% chiesto ai ministeri non basterà a raccogliere i 20 miliardi necessari a coprire tutti i programmi, e una nuova richiesta ai Comuni si fa probabile”. Resta da capire, continua Il Sole24Ore, quali criteri scenderanno in campo, ma i costi standard sono ancora lontani dalla definizione effettiva e i parametri utilizzati finora si sono rivelati incapaci di distinguere spese da sprechi”. Lo dicono, nella tabella pubblicata oggi, proprio i numeri dei tagli chiesti ai Comuni dalle richieste che si sono susseguite negli ultimi quattro anni, dalla manovra Tremonti del 2010, agli inizi della crisi di finanza pubblica, fino al decreto Irpef di Renzi, passando per la prima "spending" realizzata dal Governo Monti.

COSI' IN SARDEGNA - La mappa dei tagli penalizza il Nord ma sorprende come al dodicesimo posto assoluto su 1010 città figuri Oristano (ha subito tagli pari al 59%, per un totale di 4,6 milioni di Euro . Sassari è 22esima (55%), Cagliari 32esima (53%) e Nuoro 65esima (45%).

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