Marchionne ha chiesto all'esecutivo di svoltare sui temi del lavoro, della certezza del diritto, dell'eccesso di burocrazia. Pena per l'Italia, finire sempre più in basso nelle classifiche internazionali, dove già si trova a livelli di Stati come lo Zimbabwe (per l'efficienza del mercato del lavoro) o delle Isole Tonga (per gli ostacoli a fare impresa).

"I Mille Giorni sono appena iniziati" osserva l'amministratore di Fiat Chrysler e dà un consiglio a "un governo giovane e con un gruppo di persone determinate a scardinare il sistema": "scegliete tre cose, realizzatele, e poi passate alle tre successive". L'alternativa è proseguire nel rimpallo come nella storia di 'Ognuno, Qualcuno, Ciascuno e Nessunò, dove di fronte a un lavoro importante - racconta Marchionne - finisce che alla fine nessuno fa nulla. Di sicuro, è la ricetta del manager, occorre "dimagrire, asciugare la presenza dello Stato nella vita della gente e delle imprese". A partire dal lavoro, questione sempre affrontata - denuncia - in termini ideologici, e dall'idea del posto a vita: "una concezione a dir poco anomala, che non esiste più in nessun paese civile del mondo. Un concetto da economia socialista", si spinge a dire il numero uno del gruppo automobilistico. Considerato peraltro che è "Impossibile per l'Italia adottare un sistema anglosassone e inutile innamorarsi del sistema tedesco", l'auspicio dell' a.d di Fiat Chrysler "è che il Jobs Act riporti in equilibrio il rapporto tra Stato, azienda e dipendenti".

L'altro tema su cui batte Marchionne, insieme a quello della troppa burocrazia che soffoca le imprese, è la certezza del diritto: ricorda la battaglia giudiziaria con la Fiom sulla rappresentanza sindacale e la decisione della Consulta di dichiarare non conforme alla Costituzione l'articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori (quello che stabilisce che chi non firma il contratto non ha diritto a rappresentanze sindacali in azienda) e parla di "tirannia della minoranza". A stretto giro arriva la risposta del segretario generale della Cgil Susanna Camusso che gli suggerisce di applicare il Testo unico sulla rappresentanza, firmato da sindacati e Confindustria, "che dà la certezza delle regole". Quindi quella del segretario Fiom Maurizio Landini: "Io non mi sento proprio una minoranza - afferma - Gli suggerirei di cambiare consiglieri", visto che "solo quattro anni dopo capisce che fare accordi con sindacati poco rappresentativi non funziona.

Gli accordi vanno fatti con i sindacati rappresentativi". Ma Marchionne, nel suo intervento al workshop Ambrosetti, guarda avanti e, dopo Tomasi di Lampedusa, cita il racconto 'I cosacchì e invita a far viaggiare l'Italia "verso la modernità" lasciandosi alle spalle "la stazione di Tolstoj". Fiat intanto punta a Wall Street dove conferma la data del 13 ottobre per il debutto. E' il giorno dopo il Columbus day: "Sarebbe proprio bella l'idea di sbarcare in America lo stesso giorno che è arrivato lui", dice Marchionne riferendosi a Cristoforo Colombo. Poi toccherà al Cda della nuova Fca, a Londra a fine ottobre, parlare di aumento di capitale o di bond per il gruppo.
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