"Saranno almeno dieci anni che dico che abbiamo bisogno di riforme e trasformazioni strutturali" per recuperare "il livello competitivo del Paese". Ma l'Italia, avverte Sergio Marchionne, "non sembra capace di reagire". Così il numero uno del Lingotto, Sergio Marchionne, commenta il momento che il Paese sta vivendo dal meeting di Comunione e Liberazione di Rimini.

Poi un giudizio sull'operato dell'esecutivo di Matteo Renzi: "Riponiamo massima fiducia nel governo come negli ultimi tre, ma risultati ne abbiamo visti molto pochi, compromessi tanti", dice dal palco del meeting. "Il presidente Renzi ha un compito ingrato e arduo, ma appare determinato e coraggioso nel voler rimuovere le resistenze e io l'ho incoraggiato a proseguire l'intento riformatore senza curarsi degli attacchi", aggiunge il manager.

"Se le riforme verranno veramente varate, saremo i primi a salutarle con gioia ma non possiamo riporre speranze in un sistema che pare immobile", spiega ancora Marchionne sulle prospettive politiche del Paese. "Temo che non succederà domani mattina perché si aspetta cambiamenti da chi sta nelle stanze del potere. Resterà un'utopia", aggiunge critico.

Ancora. "Abbiamo davanti un'Italia che è ancora da ricostruire" e "ognuno può fare propria parte" e offrire il proprio contributo. "Gli italiani - aggiunge - hanno dato grande prova di eroismo, abbiamo trovato dentro noi stessi la forza e il coraggio per ridare speranza a intere generazioni. Tutte le rivoluzioni sono partite dalla società" perché "uomini e donne" hanno saputo dare il proprio contributo. "Queste sono le risorse che anche oggi possono ridare vita a una nuova fase di rilancio del Paese".

Il manager si è anche soffermato sulla situazione del gruppo automobilisico Fiat, all'indomani dell'annuncio che la fusione con Chrysler procederà senza problemi in ragione del fatto che le richieste di recesso da parte degli azionisti non hanno raggiunto la soglia di 500 milioni di euro: "Lo abbiamo detto e lo ribadiamo non intendiamo chiudere nessuno stabilimento in Italia accollandoci i costi", ripete ancora l'ad di Fiat sul trasloco della sede in Olanda. "Stiamo usando la forza che abbiamo fuori dell'Italia per ricreare un ambiente tecnologico e competitivo".
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