Nelle aree dove c'è più disoccupazione, alti tassi di interesse, maggiore sofferenze, pochi sportelli bancari e tanti protesti, la situazione è decisamente a rischio. Lo sostiene la Cgia di Mestre che rileva come tra la fine del 2011 e del 2013 la diminuzione degli impieghi bancari per le famiglie è stata di 9,6 mld (-1,9%), mentre le imprese hanno registrato una flessione di 87,6 mld (-8,8%).

LA CLASSIFICA - Rispetto ad un indicatore nazionale medio pari a 100 - per la Cgia -, la situazione più critica si presenta in Campania: l'indice del rischio usura è pari a 164,3 (pari al 64,3% in più della media Italia), in Calabria a 146,6 (46,6% in più rispetto alla media nazionale), in Abruzzo si ferma a 144,6 (44,6% in più della media Italia). La realtà meno "esposta" a questo fenomeno è il Trentino Alto Adige, con un indice del rischio usura pari a 51,8 (48,2 punti in meno della media nazionale).

Per il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi "oltre agli effetti della crisi economica e al calo della domanda di credito questa forte riduzione dell'erogato è stata dovuta anche al deciso aumento delle sofferenze bancarie che a giugno di quest'anno ha toccato la cifra record di 168 miliardi di euro". "Con le sole denunce effettuate all'Autorità giudiziaria - conclude Bortolussi - non è possibile dimensionare il fenomeno dell'usura: le segnalazioni, purtroppo, sono ancora molto poche".
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