L'Italia - spiega uno studio dell'associazione Bruno Trentin della Cgil - ha un tasso di occupazione del 48,7%, superiore solo a quello della Grecia, (dove però il tasso di disoccupazione supera il 25%, mentre in Italia è al 12,2% in linea con la media europea), e si colloca al penultimo posto nell'Eurozona. Lo studio evidenzia "l'anomalia italiana del tasso di occupazione", a 48,7%, di quasi 8 punti inferiore alla media Eurozona a 18.

La peculiarità italiana -afferma quanto rileva lo studio dell'ABT Cgil che elabora i dati dell'Istat tratti dalla 'Rilevazione Continua sulle Forze di Lavorò - appare ancora più chiara osservando i dati relativi ad alcuni dei paesi europei più colpiti dalla crisi, come Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda, dove il tasso di disoccupazione registrato lo scorso anno è superiore al nostro, ma anche il tasso di occupazione, con la sola eccezione della Grecia, è più alto di quello italiano. L'anomalia italiana è spiegata, dallo studio "con l'altissima percentuale di popolazione inattiva, che nel nostro Paese supera il 44% a fronte di una media europea del 36%". In Italia ci sono, infatti, circa 20 milioni di persone (in età compresa tra i 15 e i 74 anni) che si trovano in condizioni molto diverse e che comprendono anche studenti, pensionati, casalinghe o persone che semplicemente non cercano e non sono disponibili a lavorare. Tra queste, però, quelle inattive che vorrebbero lavorare, ricomprese dall'Istat nelle 'forze di lavoro potenzialì, sono oltre 3,2 milioni. Queste persone, spiega l'Associazione della Cgil, non sono considerate ai fini del calcolo del tasso di disoccupazione, perché non possiedono le due principali condizioni per essere inserite tra i disoccupati standard ovvero essere disponibili ad iniziare a lavorare entro due settimane ed effettuare una ricerca attiva di lavoro, anche se la gran parte, circa 2,2 milioni, ne possiede almeno una e si dichiara esplicitamente come disoccupata. "Una loro progressiva emersione renderebbe gli indicatori del nostro mercato del lavoro più in linea con quelli degli altri paesi europei", si sostiene nello studio dell'Associazione Bruno Trentin. Si tratta, infatti, di un consistente 'esercito di disoccupazione di riservà, che non sarebbe corretto sommare automaticamente ai dati ufficiali della disoccupazione ma che "insieme al tasso ufficiale di disoccupazione, salito al 13,6% nel primo trimestre dell'anno, fornisce - afferma lo studio - un quadro reale di quella che è la drammatica situazione del lavoro nel nostro Paese".
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