Negli anni della crisi la diffusione della povertà in Italia è raddoppiata, trascinandosi dietro certezze e ottimismo e cambiando le abitudini dei singoli e delle famiglie. E' successo anche (o forse, soprattutto) in Sardegna. Il dato quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sui consumi delle famiglie nel periodo 2008-2013: diminuisce la spesa per la tavola, componente importante del budget familiare della quale assorbe in media ben il 19,5 per cento delle risorse, con una spesa media mensile per famiglia di 461 euro al mese, in calo del 2,9 per cento rispetto al 2008 all'inizio della crisi. Secondo la Coldiretti la Puglia (-11,3 per cento), la Sardegna (-9,8 per cento) e l'Umbria (-8,6 per cento) salgono sul podio delle regioni che hanno tagliato di più la spesa alimentare dall'inizio della crisi.

LA FOTOGRAFIA NAZIONALE - Non mancano regioni dove si è registrato un aumento come il Trentino (+10 per cento), il Molise (+6,2 per cento), l'Emilia Romagna (+5,1 per cento), il Piemonte (+3,8 per cento), la Basilicata (+1,4 per cento) e la Toscana (+0,6 per cento). "La situazione - sottolinea la Coldiretti - varia tuttavia notevolmente nelle diverse regioni con le famiglie piemontesi che spendono per la tavola addirittura il 19 per cento in più di quelle valdostane.

Dall'importo minimo di 412 euro al mese in Valle d'Aosta ai 425 della Sicilia, 433 in Sardegna, 436 in Friuli Venezia Giulia , 436 in Calabria come in Veneto, 442 in Trentino, 445 in Basilicata e 450 in Emilia Romagna, 456 in Liguria, 457 in Puglia e 460 in Lombardia. Una spesa per alimentari mensile a famiglia sopra la media nazionale si registra invece - continua la Coldiretti - in Molise con 463 euro, in Umbria con 467, nelle Marche con 469, in Toscana con 470 e Abruzzo con 479 con Lazio (485 euro al mese), Campania (489 euro al mese) e Piemonte (491 euro al mese) che salgono sul podio".

LA SPESA - "Le famiglie in generale - prosegue la Coldiretti - hanno messo in atto strategie di contenimento della spesa: con la quota di quelle che riducono la qualità o la quantità di almeno uno dei generi alimentari acquistati che è salita al 65 per cento nel 2013 e nel Mezzogiorno sfiora il 77 per cento. In aumento anche la quota di famiglie che sceglie l'hard discount per l'acquisto di generi alimentari che sale al 14,4 per cento nel 2013".

"In media - continua la Coldiretti - la maggiore percentuale della spesa è destinata all'acquisto nell'ordine di carne, frutta e ortaggi, pane e pasta, latte e formaggi, bevande, pesce, zucchero e caffè". Secondo la Coldiretti a preoccupare è il calo che si è verificato nei consumi di alimenti importanti per la salute come "la frutta e verdura che nel 2013 sono crollati al minimo da inizio secolo".

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