Il dato viene fuori analizzando i primi dati sulle colture presenti quest'anno sulle superfici agricole dell'Isola.

"Il comparto cerealicolo sardo vede aumentare le superfici investite a grano duro dopo il deciso calo di qualche anno fa - ha spiegato Luca Saba, direttore di Coldiretti - portandosi a 38-40.000 ettari seminati stimati nel 2014, anche in ragione dell'aumentata richiesta di prodotti dell'arte bianca ottenuti da grani duri sardi: prova ne sia l'interesse suscitato dalla riscoperta della antica cultivar 'Senatore Cappelli', particolarmente votata alla produzione di farine per pane e pasta di altissima qualità. L'isola esprime una grande varietà di pani, paste e dolci tradizionali che vedono nell'utilizzo di materie prime 'Made in Sardegna' un grande valore aggiunto in termini di tipicità e distintività".

"La coltivazione dei cereali in Sardegna è da ritenersi strategica - prosegue Cualbu - non solo da un punto di vista alimentare ma anche come produzione destinata all'allevamento zootecnico: bisogna quindi ragionare in un'ottica di filiera coinvolgendo tutti gli operatori del settore. Con un prezzo adeguato per gli agricoltori, avviato verso i 30 euro al quintale, insieme agli aiuti accoppiati della nuova Pac 2014-2020, auspichiamo che aumenti la coltivazione di cereali e di grano duro".
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