Padoan non teme le critiche piovute addosso a Palazzo Chigi in questi giorni perché "siamo in campagna elettorale" e, osserva, "mi pare ovvio che chi non è dalla parte del governo spari contro: non sono un ministro politico, ma anche io queste cose le capisco". Le risorse, insomma, si troveranno e anche se "ci sono preoccupazioni tutti i giorni", "in questo momento" una manovra correttiva è esclusa.

COSI' IL MINISTRO - In due distinti incontri, con il Sole 24 Ore e con Radio Anch'io, il ministro torna sul provvedimento del governo rispondendo ai principali rilievi arrivati anche da chi non ha criticato il bonus fiscale in sé, ma la sua sostenibilità nel lungo periodo ed, eventualmente, la sua esiguità: "Il bicchiere è mezzo pieno e pensiamo di riempirlo con il passare del tempo via via che le misure si rafforzano e diventano permanenti e la base che beneficia del taglio si allarga", ha detto Padoan, aggiungendo che "l'operazione richiede qualche mese per essere messa a punto". E forse anche per questo il ministro è tornato a Palazzo Chigi dove ha incontrato il premier Matteo Renzi, per l'ultima lettura del decreto che domani, o al massimo Giovedì, dovrebbe approdare in Gazzetta Ufficiale e quindi entrare in vigore. Lo stesso Renzi è tornato a difendere il decreto dalle critiche di Grillo e Brunetta, che oggi ha parlato di "limite della decenza" per l'assenza di notizie sull'iter del testo.

"Le polemiche di Brunetta o Grillo sono due facce della stessa medaglia: loro sono il partito dei chiacchieroni che si divertono con i comunicati stampa, noi facciamo le cose concrete". E ancora: "stiamo restituendo 80 euro a mese. I soloni abituati a stipendi da milionari dicono che sono pochi. Vorrei vedere loro guadagnare mille euro al mese. Per chi guadagna quelle cifre, 80 euro non sono pochi", ha sottolineato al Tg1. Quanto a pensionati e incapienti, esclusi dalla norma, inserirli - ha spiegato il ministro - "sarebbe costato troppo e non sarebbe stato credibile". Una valutazione, questa, subito rispedita al mittente dallo Spi-Cgil, secondo cui invece "il governo sarebbe stato molto più credibile se avesse esteso da subito il bonus fiscale anche ai pensionati. Anche loro consumano e anche a loro avrebbero fatto comodo 80 euro in più al mese". Su un altro dei temi 'caldì, quello del tetto agli stipendi dei manager pubblici, il ministro, malgrado i contenziosi che considera "inevitabili", ha tagliato corto, rilevando che all'estero "in gran parte dei casi i dirigenti sono pagati come proponiamo noi o meno".

Critiche respinte anche sul tema banche, dopo l'allarme lanciato dal presidente dell'Abi Antonio Patuelli sull'aumento della tassazione relativo alla rivalutazione delle quote della Banca d'Italia: "La tassazione sulla rivalutazione lascia un pò meno di quanto previsto ma è sempre importante", ha sottolineato. Per riempire il bicchiere, però, c'è parecchio lavoro da fare e molte risorse da individuare (anche per la Cig in deroga con un impegno "quantitativo e qualitativo"), attraverso scelte "più selettive", rispetto a quelle avanzate da Carlo Cottarelli, sulla spending review e senza il ricorso, almeno "in questo momento" a una manovra correttiva. Ed è proprio la variabile temporale a preoccupare il capogruppo Fi alla Camera, Renato Brunetta: "In questo momento, ma domani sarà un altro giorno", ha fatto notare.
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