In vista delle prossime consultazioni del 4 marzo, abbiamo chiesto ad alcuni sardi che vivono all'estero di raccontare a L'Unione Sarda cosa si dice dell'Italia che si appresta a votare per un nuovo governo. Impressioni raccolte tra comuni cittadini e seguendo i media locali.

Tra campagne elettorali che regalano promesse e illusioni a un popolo non sempre reattivo ma piuttosto rassegnato, una fotografia del nostro Paese scattata da un altro pezzo d'Europa che guarda lo Stivale: dalla Finlandia, Bulgaria, Francia, Svizzera, Spagna e Germania.

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FINLANDIA - Mario Sconamila è un cagliaritano, ex docente, che vive in Finlandia da molti anni. Una persona molto attenta alle cose che accadono in Italia e nella sua Sardegna, molto spesso critico nei confronti di chi si lamenta di tutto ma non fa nulla per cambiare le cose, "come molti sardi. Vivere in un Paese civile come la Finlandia ti fa capire quanto piccoli siamo noi italiani davanti ai problemi che richiedono a volte solo buona volontà, senso civico e disponibilità a risolverli senza lamentarsi sempre e senza cercare un colpevole a tutti i costi". Attento dunque ai fatti politici che riguardano l'Italia e, soprattutto ora che siamo prossimi al voto, attento a ciò che pensano i finlandesi di noi italiani.

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"Qualche giorno fa, ora di punta, la TV nazionale finlandese trasmette la retrospettiva su Luchino Visconti: filmati, immagini, interviste inedite in Italia; a seguire la proiezione di due suoi film immortali: 'Il Gattopardo' e 'Rocco e i suoi fratelli'. Non scelti a caso, a mio parere: nel primo la conferma che in Italia 'tutto deve cambiare perché nulla cambi'; nel secondo, che tanto assomiglia al presente, l’Odissea di una famiglia lucana che arrivando a Milano crede, purtroppo sbagliando, di lasciare la povertà ed acquisire una dignità.

Potrebbe cominciare da qui l’assioma per decifrare come in questo Stato del Nordeuropa, da sempre confine fra due concezioni del mondo, Occidente ed Oriente, al primo posto per quanto attiene alla libertà di stampa e, a quanto riferito dall’OCSE, ai primissimi per l’ordinamento scolastico e qualità della vita, si guardi alle elezioni del 4 marzo in Italia.

I finlandesi amano l’Arte e la Cultura millenaria italiana del passato.

Al posto di Visconti potrebbero starci Vittorio De Sica ('Ladri di biciclette' è considerato la pietra miliare dell’Italia del dopoguerra), oppure Federico Fellini, Roberto Rossellini e tanti altri; in altre Arti Michelangelo, Leonardo, Puccini, Verdi, Firenze, Venezia, considerati patrimonio dell’umanità. Quando assisto al Melodramma della Boheme o Rigoletto, la mia italianità, agli occhi di questo civilissimo popolo, viene messa in evidenza.

Ma noi italiani, nonostante questi illuminati antenati, soffriamo oggi di un autolesionismo tragico, destinato a diventare letale. La 'politica' intesa quale contrapposizione scurrile fra le parti, ben sostenuta da giornali e commentatori, ci sta portando all’ammasso; questa campagna elettorale ha confermato, e la stampa finlandese l’ha evidenziato anche nei TG, il nostro precipitare verso il burrone dei venditori di promesse, accecati dall’odio viscerale verso gli avversari, che arrivano alla soppressione fisica del 'nemico ideologico'.

Il Parlamento italiano
Il Parlamento italiano
Il Parlamento italiano

Abbiamo dimenticato quanto predetto due secoli fa da Giacomo Leopardi, soffermandoci solo sulle sue poesie. Scrisse anche 'Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani', un vero gioiello di chiarezza identificativa della società: ci definì 'un popolaccio', sperando forse in un futuro ravvedimento, mai avvenuto, se non in misura negativa. Ci sono ancora speranze?

Cosa colpisce nei finlandesi della nostra politica? La concezione e le credenziali: sarebbe impensabile da queste parti assistere a dibattiti con urla, interrompere l’interlocutore che ha la parola, sbraitare contro il conduttore, vedere donne che si presentano scosciate e vogliose solo di mostrare le proprie grazie.

I partiti seguono questa prassi: Beppe Grillo e Matteo Salvini emblemi dell’antieuropeismo, del NO a tutto, della voglia di sfasciare, dell’andare contro.

L’incredulità nel constatare Forza Italia e M5Stelle appartenere a due proprietari.

Matteo Renzi ha fatto cose buone, ma è condannato dal suo carattere.

In sostanza: da qui si vede solo un’Italia alla deriva".

Mario Sconamila (2/4; seguono Svizzera e Germania)

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