"I sette peccati capitali dell'economia italiana".

È il titolo del saggio di Carlo Cottarelli, edito da Feltrinelli, che spiegherà le sue tesi sui mali dell'economia italiana presentando il volume questa sera a Porto Cervo in un incontro organizzato dal Consorzio Costa Smeralda in Piazzetta Centrale.

Dopo i recenti dibattiti con il ministro Paolo Savona e con l'economista Paolo Del Debbio, finanza e mercati sono ancora protagonisti nella celebre frazione smeraldina, crocevia di personalità illustri del panorama nazionale ed internazionale.

L'evento con l'illustre economista prevede anche la partecipazione del giornalista Marco Bittau e del Presidente del CORECOM Sardegna, Mario Cabasino.

Perché l'economia italiana non riesce a ripartire? Secondo Carlo Cottarelli, la precarietà che ostacola la nostra ripresa economica non è legata a un destino che siamo costretti a subire. Deriva soprattutto da sette gravissimi errori che il sistema dell'economia italiana continua a commettere. Sono i peccati capitali dell'economia italiana: l'evasione fiscale, la corruzione, la troppa burocrazia, la lentezza della giustizia, il crollo demografico, l'incapacità di stare nell'euro, il divario tra Nord e Sud.

Fino a oggi, l'evasione è sempre stata sottovalutata. Cottarelli dimostra che la lotta contro questa piaga troppo diffusa richiede una riforma strutturale, perché il fenomeno è molto più esteso di quanto siamo abituati a pensare.

Un provvedimento capace di invertire la rotta, cominciando a recuperare una cifra che si avvicina ai 150 miliardi, aiuterebbe il paese a uscire da questa stagione di incertezza. Questa dispersione di capitale si combina con la macchina ipertrofica della burocrazia e con una giustizia troppo lenta, che scoraggiano gli investitori stranieri e ostacolano la creazione di nuovi posti di lavoro.

Correggere questi errori è possibile. E dopo un'esperienza decennale al Fondo Monetario Internazionale, Cottarelli torna in Italia per spiegare senza tecnicismi quali sono le strategie e le soluzioni che dobbiamo costruire per garantire un futuro alla nostra economia.

Cottarelli è oggi direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica di Milano.

Ed è fra i pochi super dirigenti ad aver proposto la riduzione del suo compenso annuo suggerendo una norma che introduceva il tetto massimo dei compensi dei dirigenti e manager del comparto pubblico a 240.000 euro annui.

Una misura legislativa che in concreto ha tagliato anche il suo compenso e che oggi viene aggirata, in alcuni settori, grazie a interpretazioni estensive relativamente alla terminologia utilizzata nella norma medesima.

L'economista cremonese è anche noto al grande pubblico per essere stato nominato Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica dal Governo Letta.

Per la sua grande capacità ed esperienza al servizio del Paese è stato anche recentemente chiamato dal Quirinale, dopo la prima rinuncia di Giuseppe Conte a inizio giugno, per una urgente consultazione relativamente alla formazione di un Governo tecnico, idea di Mattarella poi accantonata a seguito della sottoscrizione del contratto di Governo tra Lega e 5 Stelle.

L.P.
© Riproduzione riservata