Forse la definizione più poetica e nello stesso tempo più vicina alla realtà l'ha fornita Federico Fellini: "Mariangela Melato è una via di mezzo tra una divinità egizia e un extraterrestre".

Bella, ma di una bellezza aliena dai canoni classici nella sua sensuale imperfezione, immediatamente riconoscibile per la gestualità, lo sguardo, la voce arrotata da una "erre" moscia volutamente nascosta oppure esibita a seconda delle necessità e dei personaggi, la Melato è stata probabilmente l'attrice più versatile della seconda metà del Novecento.

Nessuna più di lei ha saputo attraversare con successo tanti generi dello spettacolo come giustamente ricorda spesso Renzo Arbore, per anni suo compagno nella vita: "Nemmeno la Magnani è riuscita a conciliare cinema, teatro leggero e impegnato e televisione come ha fatto lei".

Allo stesso tempo Mariangela Melato ha saputo essere l'icona imprescindibile di quel momento cruciale della storia italiana recente in cui il nostro Paese, passando attraverso i cambiamenti del Boom economico e le temperie del Sessantotto, ha smesso di essere soprattutto rurale e patriarcale.

Lei è l'icona dell'Italia che diventa moderna, della donna che si sente libera, indipendente, anche anticonformista ma senza voler diventare a tutti i costi rivoluzionaria oppure trasgressiva.

La grande attrice era soprattutto una donna concreta e "Tutto su Mariangela" (Bompiani, 2018, pp. 400, anche ebook), bella biografia scritta dal giornalista Michele Sancisi, ci permette di conoscerla anche nei suoi lati meno conosciuti, grazie anche alla presenza nel libro delle tante testimonianze di chi ha conosciuto la Melato sul palcoscenico o sul set, ma soprattutto standole vicino nella quotidianità.

Commuovono allora i racconti dedicati all'infanzia della futura diva, un'infanzia trascorsa in una casa popolare di Milano e all'interno di una famiglia che faceva fatica ad arrivare a fine mese.

Scopriamo una Melato lontanissima dalla ribalta, bambina colpita da un fastidioso eczema alla pelle che non le permette di giocare con i coetanei e le impedisce a lungo di andare a scuola.

Seguiamo poi il suo progressivo sbocciare durante l'adolescenza, quando la malattia si placa e la giovane Mariangela rivela una vitalità estrosa fino a quel momento sconosciuta. Nasce in quegli anni giovanili il desiderio di recitare, di dedicarsi totalmente alla scena e al pubblico. La giovane Melato mostra ben presto di essere un vero "animale da palcoscenico", capace di essere aristocratica, eterea dama per poi passare a vestire con lo stesso realismo e la stessa naturalezza i panni di una operaia o di una donna di casa finanche di una prostituta.

Spenti i riflettori rimane, però, sempre Mariangela Melato, attrice che non dimentica mai che il teatro è parte della vita, ma non è la vita, diva che è soprattutto una donna dalla volontà d'acciaio, temprata dalle amarezza dei primi anni di vita.

Il giornalista Michele Sancisi
Il giornalista Michele Sancisi
Il giornalista Michele Sancisi

Una donna che punta soprattutto su se stessa, che non si accontenta mai, che è tutta racchiusa in questa semplice ammissione: "Non puntavo certo sulla bellezza e dunque il mio primo comandamento è stato quello di voler essere brava, avere stima di me stessa, e ho continuato non accontentandomi delle posizioni poi conquistate".

Parole che ci dicono in che modo una bambina offesa dalla malattia e dalla solitudine nei suoi primi anni di vita, una giovane che non aveva potuto studiare, nata in una famiglia che vedeva per lei un futuro come sarta o commessa in una grande magazzino abbia potuto cambiare il proprio destino e diventare parte del mondo dell'arte, essere arte lei stessa e attrice su cui il sipario non è mai calato definitivamente.
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