Nel 1986 Corinne Hofmann è una giovane donna, indipendente e realizzata. Ha una boutique ben avviata in Svizzera, un fidanzato, tanti progetti per il futuro. In quell'estate durante un viaggio in Kenya, incontra Lketinga, un guerriero masai di cui si innamora. L'amore cambia la vita di Corinne che decide di lasciarsi alle spalle il passato e rimanere in Africa. Così sposa Lketinga l'anno successivo, dall'unione nasce una figlia, Napirai, e per qualche anno Corinne vive come una vera donna masai. Una vita dura, in un capanna keniota, al fianco di un uomo che appartiene a una cultura lontanissima da quella europea da cui proviene Corinne. Alla fine la donna si troverà divisa tra la passione per il suo uomo, per un popolo, quello Masai, e per un continente, l'Africa e le difficoltà concrete che la vita le sta mettendo davanti. E dovrà scegliere per se stessa e anche per sua figlia.

È questa la vicenda autobiografica che è alla base de "La masai bianca" (BUR, 2001, pp. 315, anche e-book), dato alle stampe per la prima volta nel 1998 e diventato rapidamente un successo internazionale. Un successo frutto della capacità della Hofmann di raccontare la sua vicenda come un grande romanzo passionale, all'interno del quale l'amore pare realmente non avere confini e non fermarsi davanti a nulla tanto da trasformare una moderna donna occidentale in una vera masai.

Una trasformazione che in un certo senso sorprese anche Corinne Hofmann come ci conferma lei stessa: "In realtà da bambina non avevo certo l'Africa nel cuore. Sono cresciuta in montagna, sempre in mezzo alla natura e ricordo che invece di sognare di essere una principessa io mi immaginavo di diventare uno squaw e vivere tra gli indiani d'America. Un altro sogno, ma ero già più grande, è stato quello di fare la hostess per poter girare il mondo in un epoca in cui ancora non esistevano i viaggi low-cost e volare era molto costoso. Ci ho anche provato a diventare una assistente di volo ma non mi hanno preso perché sono troppo alta!".

La copertina del libro di Corinne Hofmann
La copertina del libro di Corinne Hofmann
La copertina del libro di Corinne Hofmann

Come è nato allora l'amore per l'Africa?

"È stata un po' una conseguenza della mia passione per la natura, per i luoghi selvaggi. Mi immaginavo, a dodici-tredici anni, di scoprire le meraviglie del continente africano, i suoi animali, mi dicevo che ci sarei andata in luna di miele! La prima volta che ho fatto una vacanza in Kenya mi è bastato mettere i piedi a terra per dire: 'questa è la mia casa!'".

Che cosa l'ha colpita di quella terra?

"Mi sono innamorata, veramente, di tutto quello che l'Africa è, della sua gente, dei suoi colori, dei suoi luoghi. Mi sono sentita per molto tempo parte dell'Africa".

È ancora così per lei?

"Ora è passato un po' di tempo e le cose sono cambiate anche se quel continente è sempre dentro di me. Rimane un legame forte, rappresentato prima di tutto da mia figlia, che è nata lì ed è un ponte concreto con quella terra. Poi la mia casa è piena di oggetti che rimandano alle culture africane come per esempio le maschere".

Come è diventata scrittrice?

"Diventare una scrittrice è stata una grande sorpresa prima di tutto per me. Inizialmente volevo solo mettere su carta, per me stessa, la mia storia, la storia di mia figlia, il grande amore che ho vissuto con suo padre in Africa e tutto quello che è successo dopo. Colleghe ed amici mi dicevano che avevo una storia fantastica da raccontare, che dovevo pubblicarla, cercare un editore. Ho spedito il manoscritto e alla fine 'La masai bianca' è diventato un best-seller. Ma veramente mai avrei immaginato di potere essere una scrittrice".

Cosa l'appassiona dello scrivere?

"Scrivere mi consente di sentirmi più leggera, è liberatorio. Consiglio a tutti quelli che hanno una storia che pesa sull'animo di metterla nero su bianco. È come una terapia, una seduta di psicanalisi: aiuta a stare meglio".
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