In principio fu l'automazione nelle fabbriche, poi macchine e computer sono entrati in molti altri settori. Si è arrivati al "machine learning", algoritmi che consentono all'intelligenza artificiale di imparare dagli errori. Col "deep learning" si cerca addirittura di emulare la mente umana.

E se l'intelligenza artificiale compisse il salto definitivo? Ottenere la capacità di prendere decisioni etiche e morali. Potrebbe allora sostituire l'uomo in qualsiasi lavoro, o forse non è proprio così.

Il tema non è nuovo ma è sempre più affascinante vista la rapidità degli sviluppi scientifici e informatici. Se ne parla sabato 30 giugno a partire dalle 18.30 al Mut, Museo della Tonnara di Stintino, in una conferenza dal titolo "Stacca il pomello dalle scarpe di tuo figlio. Il senso dell'umorismo e l'intelligenza artificiale".

A discuterne Paolo Enrico, docente di Farmacologia dell'Università degli Studi di Sassari. Il punto di partenza è il Rapporto McKinsey del 2017, che analizza l'impatto dell'automazione e della robotica sul mondo del lavoro. Secondo la società di consulenza internazionale, quasi la metà delle professioni oggi svolte da donne e uomini potranno essere affidate a macchine intelligenti nel giro di cinquant'anni.

Il professor Enrico condurrà la platea in un percorso tra innovazioni positive e innovazioni negative, cercando di sfatare alcuni miti, e interrogandosi sulle capacità umane e sui ruoli che si andrà a ricoprire nel futuro.
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