La scuola è ormai finita e i più piccoli si apprestano a trascorrere il meritato riposo estivo.

Un agognato periodo di stop dagli studi che genera tuttavia ansia e stress nei genitori, alle prese con la scelta delle modalità migliori per far trascorrere ai propri figli la giornata mentre loro si trovano ancora al lavoro.

Secondo una ricerca internazionale condotta dal portale Groupon, circa 1/4 dei genitori sardi ha iniziato a preoccuparsi delle vacanze estive dei propri figli con almeno 6 mesi di anticipo, e questo perché il 69% di loro è convinto che le vacanze a cui hanno pensato non siano all'altezza delle aspettative.

Tra i fattori principali che scatenano l'ansia dei genitori ci sono poi i social media: il 18% delle mamme e papà sardi dichiara, infatti, di sentirsi sotto pressione ad ogni post pubblicato da altri sui social e che raffigura l'estate perfetta. Per il 25% dei genitori, la pressione aumenta poi a dismisura quando i loro figli raccontano le attività che hanno visto fare dagli amici sui social.

Alle pressioni causate dal web, si aggiungono poi i sensi di colpa dovuti dal poco tempo che i genitori hanno a disposizione per stare con i propri figli (51%), quelli causati dal tempo che i bambini passano al chiuso (35%) o davanti alla TV (29%), e quelli causati dalla mancanza di attività da fargli fare (22%). A parziale copertura del primo senso di colpa, il 42% dei genitori sardi ha ammesso di aver sfruttato la malattia al lavoro per trascorrere più tempo con i bambini.

Ma quanto costano i sensi di colpa? Più di 7 genitori sardi su 10 affermano di sopperire alle loro mancanze con regali per i figli. In particolare, le mamme sono più spendaccione rispetto ai papà quando si tratta di sensi di colpa da attenuare. In media, i genitori dell'Isola spendono circa 121 euro a settimana per ogni bambino, posizionandosi comunque sotto la media nazionale pari a circa 187 euro.

Principalmente, queste spese sono destinate a gite giornaliere in parchi tematici o cinema (38%), cene a base di pizza e hamburger (32%), vestiti nuovi a pari merito con nuove tecnologie come ipad o videogiochi (26%), nuovi giocattoli (19%).

(Unioneonline/v.l.)
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