Un affascinante viaggio a Terralba per incontrare Dina Pala, pittrice e scultrice che realizza opere molto particolari e che fa parte di un nuovo movimento artistico, il "fluttuismo". Il suo ritratto realizzato dal nostro lettore Alessio Cozzolino.

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Dina Pala, una simpatica signora attempata, dalla statura minuta, il volto ben delineato, le mascelle possenti, gli occhietti scuri, non sembra, almeno in apparenza, la settima artista al mondo: ha la vaga aria di una Miss Marple di paese.

Invece, l’apparenza inganna.

Pittrice e scultrice ottantacinquenne sarda, vive a Terralba, in provincia di Oristano. La sua, una casa seicentesca, un raro frammento storico in un quartiere relativamente giovane, è un’abitazione museale.

Per scoprire Dina e il suo talento, non si può non andare a farle visita.

Nelle giornate di Monumenti Aperti, tra il 26 e il 27 maggio 2018, la sua bella "domu" è stata resa visitabile al pubblico. Decine le persone che, incuriosite dalla magnifica mano della pittrice e scultrice, hanno colto l’occasione per incontrare dal vivo l’artista e "saggiare" la sua tecnica.

"È una gran soddisfazione - spiega - poter vedere i propri lavori apprezzati". Dina ha raggranellato un grande tesoro: 227 sono le opere da lei fatte ancora in suo possesso, così ripartite: 157 pitture e 70 sculture.

"Non è nato tutto l’altro ieri - si giustifica - ma da 75 anni di vita 'da pittrice e scultrice'. Dipingo e scolpisco da quando avevo 10 anni".

Nella sua "domu" regna un atavico silenzio, interrotto ogni tanto da un lieve cicaleccio proveniente dall’esterno. A rompere davvero la quiete profonda della casetta, però, ci pensano i quadri, che rappresentano spaccati di vite quotidiane delle donne e degli uomini del suo paese, amanti, nudi, giochi tra fanciulli, unioni familiari: vere e proprie opere eloquenti.

A questi, che cambiano di forme e dimensioni, colori e tecniche, si affiancano le statue, non secondarie nella vita della terralbese, che infatti ha cominciato ad affacciarsi al mondo dell’arte con le sculture. "Precisamente - spiega - con la realizzazione di un presepe in argilla".

E tutto per "colpa" di una sfida: gira un curioso aneddoto circa l’iniziazione artistica di Dina. Pare che, da giovanissima, abbia ingaggiato una sfida con una sua amica: chi delle due avesse realizzato il più bel presepe avrebbe ottenuto un riconoscimento. Mentre l’amica andò a comprarsi le statuette preconfezionate, Dina si avventurò in campagna alla genuina ricerca di argilla e vinse quindi la competizione.

L’arte dell’ottantacinquenne ha presto varcato i confini nazionali, espandendosi perfino negli altri quattro continenti, finendo quindi nelle case di collezionisti stranieri. È infatti l’unica interprete di un movimento artistico nuovo: il fluttuismo, nato da una personale visione del futurismo, riconosciuto nel 1999 a New York per l’Art Expò.

I soggetti che sta rappresentando, in questo momento, sono tipici dei canoni bocciani, in cui le linee flessuose si avviluppano in sfondi dai colori mozzafiato, fino a creare particolari forme geometriche, animali, umani.

"Piacciono tantissimo, specialmente ai giovani. Sai?". E aggiunge: "Un pittore deve sempre sperimentare e studiare per non rimanere indietro".

Dina lo ha sempre fatto: dopo la formazione dell’obbligo, da autodidatta ha costruito la sua carriera. Come? Da uditrice, ha frequentato lezioni di pittura e scultura presso le Accademie di Venezia e Firenze. A Parigi, grazie a un certo Maurice, venne introdotta nel mondo dell’arte di Ville Lumiere. E proprio in questo periodo ebbe la fortuna di conoscere il cubista Picasso. "Averlo incontrato mi ha lasciato strane sensazioni - racconta - ma la parte migliore è stato vederlo lavorare, con tanto ardore e zelo".
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