C'è un fenomeno che si sta allargando sempre di più nel nostro Paese, un fenomeno di cui si parla ancora troppo poco e di cui la società civile e soprattutto le forze politiche faticano a comprendere la portata e la pericolosità. Parliamo della presenza e della sempre maggiore influenza a livello sociale, ma anche politico, di forze e associazioni che si richiamano direttamente al fascismo quando non direttamente al nazismo.

Gruppi come Forza Nuova e Casa Pound, che oramai non si fanno più alcun problema a ripresentare, chiaramente adeguati alla contemporaneità, gesti e ideali dello squadrismo in camicia nera che tanti lutti ha portato al nostro Paese.

Deliri di pochi nostalgici oppure siamo di fronte a un'Italia che si sta riscoprendo fascista oppure non ha mai smesso veramente di esserlo? Nel suo ultimo libro, "Nazitalia" (Baldini&Castoldi, 2018, pp. 432, anche Ebook), Paolo Berizzi, giornalista e fra i massimi conoscitori dei movimenti "neri" del nostro Paese, non ha dubbi: siamo di fronte a un ritorno del "fascismo eterno" – per usare le parole di Umberto Eco – che accompagna la storia italiana e che si ripropone sotto forme sempre nuove e allo stesso tempo subdole.

Ma come è potuto accadere? Lo chiediamo proprio a Paolo Berizzi:

"Al ritorno delle destre estreme, che non a caso stanno avendo successo un po' in tutta Europa, contribuiscono molti fattori. Prima di tutto ci sono le reazioni al fenomeno migratorio, un fenomeno epocale che ha innescato reazioni in tutte le società europee. A questo si aggiunge l’insicurezza economica di questi anni, la mancanza di stabilità sociale. Questi fenomeni vengono però cavalcati da quelli che io chiamo imprenditori della paura".

Come agiscono questi fomentatori di insicurezza?

"Agiscono cavalcando le insicurezze. Insicurezze che in molti casi sono anche reali ma che vengono alimentate per guadagnare consenso politico soprattutto tra i ceti più deboli ed esposti ma anche nei ceti medi che vivono la perdita della stabilità acquisita in passato".

Il fascismo per la storia italiana ha un significato particolare e tragico. Come mai ultimamente pare trovare nuovi spazi proprio da noi?

"Perché alle ragioni già dette si è aggiunto il fatto che nel nostro Paese è caduta la pregiudiziale sul fascismo che aveva resistito per quasi settant'anni. Ciò che fino a poco tempo fa era considerato innominabile, gesti che erano giudicati sconsiderati oggi non lo sono più. Razzismo, discriminazione, odio stanno ritornando e se un tempo erano rivolti contro gli ebrei oggi lo sono contro i migranti".

L'Italia che si riscopre fascista, come recita nel sottotitolo del suo libro, allora esiste davvero?

"Esiste, anche se io preferisco chiamarla diversamente fascista perché non è certo il fascismo di un tempo, quello delle camicie nere di Mussolini. Esiste, è uno modo di pensare diffuso che è entrato nelle vene del Paese e guadagna terreno quasi per inerzia, muovendosi sottotraccia".

C'è stata abbastanza attenzione al fenomeno del ritorno della destra estrema?

"No, fatti e gesti sono stati troppo a lungo sottovalutati, minimizzati, banalizzati. Considerati folclore di quattro nostalgici e nulla più. Sfruttando la disattenzione dell’opinione pubblica, dei media, della magistratura l'estrema destra è tornata nelle piazze virtuali e in quelle fisiche. E raccoglie sempre più consensi soprattutto nelle periferie".

Perché proprio nelle periferie?

"Sono le zone dove è più esplosivo il conflitto tra gli ultimi, gli immigrati, e i penultimi, che sono gli italiani più poveri. Un tempo in quelle zone era più forte di oggi la presenza di organismi che lavoravano e ancora lavorano per ricucire i contrasti e far emergere la solidarietà. Parliamo delle parrocchie ma anche dei movimenti di sinistra. Oggi c'è chi lavora per scavare un fossato tra gli ultimi e i penultimi, per accentuare la sensazione che l'immigrazione sia fuori controllo. Questo consente ai gruppi di estrema destra di mostrarsi come le forze che ristabiliscono l'ordine e che governano la situazione".

In che modo lo fanno?

"Facendo le ronde nelle periferie dove la gente si sente insicura. Scacciando gli immigrati dalle spiagge o dagli autobus. Distribuendo pacchi di pasta a chi ne ha bisogno, garantendo assistenza là dove lo Stato è assente. È questo il pericolo più grosso che oggi viene dall'estrema destra: il suo volersi fare Stato, il suo volere penetrare nel ventre più indifeso della società magari attraverso Onlus che si occupano di assistenza alle famiglie indigenti ma che poi sono l’occasione per far passare certi messaggi, determinate idee. L'assistenza c'è ma solo per gli italiani, questo è il primo messaggio. L'estrema destra usa metodi nuovi, subdoli ma molto efficaci. In un certo senso si vogliono sostituire allo Stato come la criminalità organizzata fa abitualmente al sud. Certo i due fenomeni sono lontani ma le logiche che li muovono alla fine sono le stesse".
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