Si parla molto di famiglia, di difficoltà nelle relazioni di coppia, di coppie che "scoppiano" alla prima oppure alla seconda difficoltà. Si riflette meno, probabilmente, su cosa sta alla base di una famiglia, quali sono i pilastri su cui va costruita.

Quando si parla di famiglia, infatti, subito il pensiero corre a un nucleo di persone formato – generalmente - da mamma, papà e relativa prole. Sembra, cioè, che sia la genitorialità a dare forma al nucleo familiare e che prima dell'arrivo del pargolo o dei pargoli si sia di fronte a un'entità ancora non bene definita.

Niente di più sbagliato sembra volerci dire "A passo di coppia" (Paoline Editoriale Libri, 2011, pp. 208), denso saggio sulle dinamiche tra uomo e donna scritto da Paola Bassani, psicoterapeuta milanese che prima della scomparsa nel 2013 si è occupata per tutta la sua vita professionale coppie, soprattutto di coppie giovani, ai loro primi passi del matrimonio o della convivenza.

Il tema cardine del libro, infatti, è propria la centralità del rapporto a due all'interno della famiglia, la necessità di dedicare energie non solo alla cura dei figli, ma anche a una costante e impegnativa manutenzione della relazione che pone le basi per la nascita di un nucleo familiare. Una cura che deve cominciare da subito, quando si è coppie novelle e si comincia a fare i conti con le prime disillusioni del ménage familiare. Quando si scopre che stare insieme con "lui" o "lei" non assomiglia minimamente a un idillio, ma ha tutte le caratteristiche della realtà e della quotidianità.

Pensiamoci, sembra dire Paola Bassani: ci innamoriamo, decidiamo di vivere e di formare una famiglia. L'euforia dell'innamoramento e la spensieratezza dei primi tempi, però, passano e nella quotidianità nascono e si alimentano i dissapori, i dubbi. Attraverso le lenti distorte che ogni innamorato indossa ci siamo sempre visti uguali, fatti l'uno per l'alto e, viceversa, ci scopriamo, giorno dopo giorno, diversi!

A questo punto ci si può far prendere dal panico oppure accusare l'altro di averci in fondo "tradito" offrendoci un'immagine se stesso non corrispondente alla realtà. Si può alimentare il rancore e rimanere fermi, immobili e incancreniti in una dimensione fuori dal tempo. Comincia allora a "mancare ossigeno" e lo cerchiamo altrove, in una nuova relazione che restituisca le sensazioni e le emozioni perdute, oppure semplicemente lasciandoci. Ciò che non funziona si butta: è la regola della società odierna, quella dell'usa e getta. Non è molto meglio comunque mettere una bella pietra sopra al problema e proseguire, come se nulla fosse: il conto si ripresenterà alla prima occasione, sotto forma di rabbia, rancore, vendetta.

Viceversa si può provare a danzare, suggerisce Paola Bassani perché è proprio la scoperta che l'idillio non esiste, che la vita di coppia è fatta di delusioni, di scoperta di lati oscuri e sconosciuti dell'altro, è fatta di piccoli - ma anche grandi tradimenti - che consente si possa passare dalla coppia alla famiglia. Come dice il sottotitolo del libro, "Inciampi, cadute e volteggi del cammino a due", la coppia esiste solo quando è in movimento senza paura di sbagliare e di cadere. Solo quando ognuno dei due ricerca senza paura la propria evoluzione personale, nel momento in cui "tradisce" se stesso, le cose in cui crede per intraprendere vie nuove e inesplorate.

Così facendo si può provare ad affrontare l'inevitabile crisi che ogni coppia affronta prima o poi, anche più volte nel corso della propria esistenza a due. Non per nulla il termine greco Krisis (da cui "crisi" deriva) significa sì separazione, ma anche scelta. Si può quindi scegliere di lasciarsi, di mettere la testa sotto la sabbia modello struzzo oppure di fronteggiare fino in fondo ciò che ci sta accadendo, cercando, magari, di trasformare amarezza, dolore e disillusione in occasione di crescita personale e a due.

Il requisito fondamentale è che ci sia una disposizione reciproca alla fiducia, a considerare la coppia come un luogo dove ci si può disilludere ma anche conoscere, comprendere completamente, perdonare e perdonarsi. Un percorso difficile, tortuoso, sfiancante, l'unico percorribile però… se non si vuole danzare da soli.
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