Il mondo accademico sardo piange la morte di Manlio Brigaglia, avvenuta oggi a Sassari. Il professore ha avuto un infarto.

Nato a Tempio il 12 gennaio 1929, ha insegnato a intere generazioni di studenti. Dapprima alle scuole medie di Pozzomaggiore, cittadina dove si dilettava anche nel gioco del calcio come portiere e che un anno fa l'ha celebrato con la cittadinanza onoraria. E poi al liceo Azuni di Sassari, professore di italiano e latino dal 1955 al 1977.

Nel 1971 divenne docente incaricato di storia nell'ateneo turritano, dove fu professore associato di Storia dei partiti politici fino al 2002.

Nel 2003 il riconoscimento di "Benemerito della Scuola, della Cultura e dell'Arte" da parte dell’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.

Il professor Attilio Mastino
Il professor Attilio Mastino
Il professor Attilio Mastino

A ricordarlo, oggi, con estrema commozione, sono i tanti amici, studenti e conoscenti che sino all'ultimo ha affiancato con una curiosità intellettuale che mai è venuta meno.

L'EX RETTORE MASTINO - "Un caro amico – racconta all'Unione Sarda Attilio Mastino, già rettore dell'Università di Sassari – e autore di volumi, quali la monumentale enciclopedia sulla Sardegna, con oltre 5000 voci, che hanno fatto la storia della nostra Isola".

"Nel film 'Uno sguardo sulla Terra' di Peter Marcias, ad esempio, interviene almeno tre volte, e per parlare di una cosa che gli sta molto a cuore. La pellicola, infatti, presenta una scena con un autobus che passa da Pozzomaggiore e va verso Sassari, per raccogliere migranti. Un'istantanea di vita da molti sardi vissuta e che rappresenta un 'funerale doppio', dove piangono quelli che partono presi dallo sconforto della miseria in cui lasciano gli altri, e dove piangono quelli che restano perché hanno certezza che anche chi lascia non andrà a stare meglio".

Ad accompagnare la scena del film di Marcias è proprio una frase di Brigaglia, "maledetto treno del mio paese che ti porti via i ragazzi migliori".

"Ecco – prosegue Mastino – questo è stato da sempre il suo maggiore tormento, quel senso di dolore per una Sardegna che avrebbe voluto migliore e più felice, e che invece ancora ritarda ad affermare i valori di giustizia e di progresso".

IL RICORDO DI PIGLIARU - "Nella nostra casa Manlio Brigaglia è stata una figura essenziale e insostituibile - dice invece il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Grandissimo amico di mio padre e brillantissimo suo compagno in innumerevoli avventure intellettuali e di divulgazione del sapere, a Sassari e in tutta la Sardegna. Il suo lavoro ma anche il suo spirito, la sua personalità, il suo carattere, sono stati fonte di ispirazione per tantissimi giovani sassaresi, per moltissimi studenti del Liceo Azuni prima e dell'università poi - prosegue Francesco Pigliaru - Nella stessa misura intere generazioni hanno cercato di imparare dalla sua scrittura moderna, asciutta, brillante ed efficace. Per me, personalmente, un magnifico padrino di cresima, uno 'zio' che insieme a Marisa mi ha accompagnato e stimolato a far bene fin dai primi anni della mia vita. Per la Sardegna un grande intellettuale, curioso e versatile, il cui contributo è stato fondamentale in campi diversi, dalla ricerca al giornalismo, dall'insegnamento al dibattito politico e sui grandi temi. La sua lezione rappresenta un grande lascito - conclude il presidente Pigliaru -, ed è parte integrante del nostro patrimonio storico e culturale".

GANAU - "Con Manlio Brigaglia perdiamo un pezzo di storia della città di Sassari ma anche dell'intera Sardegna, un pezzo essenziale, mancherà a tutti, politici, amministratori, giornalisti, studenti e semplici cittadine e cittadini. Da oggi la Sardegna sarà certamente più povera perché perde una delle menti più brillanti, curiose e rigorose che abbia mai avuto". È il ricordo del presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau.

"Un uomo di cultura e voce critica della società contemporanea - spiega il presidente Ganau - che non si è mai sottratta al confronto, animando il dibattito politico sardo con interventi puntuali e incisivi. Amava Sassari e conosceva come pochi la sua storia e la sua vera identità, nonostante a Sassari non fosse nato".

Manlio Brigaglia, che ebbe anche un percorso di formazione non certo comune - maturità classica a 15 anni, laurea in Lettere a 19, cattedra di italiano e latino al liceo Azuni a 26 anni - si è interessato in particolare di storia della Sardegna, di storia dei partiti politici in Europa, di fascismo e antifascismo, di storia dell'informazione, e ha collaborato a vario titolo alla Deputazione di Storia Patria per la Sardegna, alla Fondazione Antonio Segni, all'Istituto sardo per la Storia della Resistenza e dell'Autonomia e al Consorzio interuniversitario di Cagliari e Sassari per la scuola di specializzazione per gli insegnanti della Scuola secondaria.

E' stato consigliere nazionale della Fnsi (Federazione Nazionale Stampa Italiana) dal 1972 al 1974.

Fra i numerosi riconoscimenti, ha anche ricevuto, nel 1997, il "Premio della cultura" della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Accanto all'attività accademica, di storico e di saggista, Brigaglia è stato anche giornalista, e ha collaborato a lungo con L'Unione Sarda per le pagine di cultura.

Virginia Lodi

(Unioneonline)

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