Sarà inaugurata venerdì all'Antiquarium arborense di Oristano la mostra "Carlo Alberto archeologo in Sardegna - gli idoli bugiardi".

Un'esposizione dei 150 bronzetti nuragici falsi che erano stati venduti come originali da tre falsari sardi al re Carlo Alberto di Savoia.

Il sovrano sborsò una cifra pari agli attuali 400mila euro per portare a casa quelle statuine.

La mostra (organizzata dal Comune di Oristano in collaborazione con la Soprintendenza archeologica per la città metropolitana di Cagliari, le province di Oristano e del Sud Sardegna, il ministero dei Beni culturali e i Musei reali di Torino) affianca quella dei Musei Reali di Torino, dove sono in mostra altri settanta falsi idoli.

La truffa era stata architettata dal direttore del Regio museo di Cagliari, Gaetano Cara, e dai colleghi archeologi Giovanni Spano di Ploaghe e il cagliaritano Efisio Luigi Tocco.

I tre scavarono insieme in numerosi luoghi della Sardegna ma, come ha spiegato il responsabile dell'Antiquarium arborense Raimondo Zucca durante la presentazione, insieme al sindaco Andrea Lutzu e all'assessore alla Cultura Massimiliano Sanna, per fare affari e carriera decisero di occuparsi anche di altri affari tra cui la falsificazione di circa 330 idoli sardo-fenici.

Una parte dei falsi bronzetti fu venduta al museo di Cagliari, un'altra alla collezione reale di Carlo Alberto e ancora al museo di Lione (complessivamente incassarono il corrispettivo di 800mila euro).

Per circa sessant'anni gli idoli sardo-fenici furono considerati autentici. Nel 1883 fu Ettore Pais, nuovo direttore del museo di Cagliari, a mettere fine allo scandalo: le statuine vennero sistemate in una cassa, col numero d'inventario 6194.

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