"Oriolos" (Assilli), diciassettesima opera del tulese Francesco Masia, è finalmente completata, e pronta ad essere presentata. Una raccolta di 164 poesie in lingua tulese-logudorese accompagnate dalle traduzioni in Italiano.

Pubblicato dalla casa editrice Vertigo di Roma, il volume accoglie la prefazione, finemente curata, della dottoressa Pamela Michelis: "Francesco Masia – spiega Pamela Michelis - in questa raccolta, come già nella precedente, articola il legame che lo unisce alla sua splendida terra, la Sardegna, parlando di essa (e ad essa) attraverso il Sardo, non dialetto, ma vera e propria lingua che si fa strumento prediletto tra le mani del poeta per liberare le parole racchiuse nella sua anima. Il pensiero si fa ricorrente, l'espressività necessaria, proprio come un "assillo" torna costantemente con i suoi pensieri, i suoi ricordi e le sue sensazioni che sfumano nel tempo ma non perdono mai la vividezza del sentimento puro".

Come già nelle precedenti opere il poeta parla, dunque, della sua terra e dei fatti quotidiani, gli stessi ormai noti al numeroso pubblico che, quotidianamente, segue Masia da circa nove anni sui social network.

Nella copertina del testo un dipinto del noto pittore Cici Egidio Pes, che da tempo accompagna nei suoi lavori Masia in uno scambio di progetti, idee e contenuti.

Francesco (Franco) Masia, madre Algherese e padre Ittirese, nasce nel 1954 a Tula, in provincia di Sassari, dove attualmente risiede, sposato con Graziella.

Appassionato di poesia e letteratura sin da ragazzo, ha dovuto abbandonare presto gli studi per dedicarsi al lavoro.

Colpito da ischemia acuta nel 2004 e costretto all'infermità, si dedica con grande passione a trasfondere, nelle sue opere, le esperienze umane, sociali, lavorative, sindacali e associazionistiche sino ad oggi vissute.

(Unioneonline/v.l.)
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