Una vera e propria "macchina del tempo", che ha perfettamente conservato per millenni vestigia di antiche civiltà, ossa umane e di animali risalenti al pleistocene (tra 2 milioni mezzo e 11.700 anni fa) nonché resti archeologici di epoca pre-ispanica.

L'eccezionale scoperta, che con 347 km di estensione è probabilmente la grotta allagata più grande del mondo, si trova nella penisola dello Yucatan, nello stato messicano di Quintana Roo nel sud-est del Paese, famoso per le sue spiagge che affacciano sul Golfo del Messico.

"È molto improbabile che al mondo ci sia un altro sito archeologico con queste stesse caratteristiche – hanno spiegato gli archeologi del Mexican National Insititute of Anthropology - è incredibile la quantità di reperti ritrovati e soprattutto il loro stato di conservazione".

"Quando abbiamo iniziato a esplorarlo - ha aggiunto lo speleologo tedesco Robert Schmittner - ne conoscevamo solo 17 Km, ora siamo a 347".

Nella grotta, creata dalla convergenza di due distinte caverne chiamate Sac Actun e Dos Ojos, sono state trovate ossa di bradipi giganti, antichi elefanti e orsi. Non solo, sott'acqua sono state trovate anche testimonianze di attività rituali dell'antica civiltà Maya che considerava le caverne con l'acqua luoghi particolarmente sacri.

In evidenza muri, corridoi, altari, scale, incisioni sulle pareti, resti di statue e santuari, dove venivano adorati dei come Ek Chuah, dio maya del cacao e della guerra, protettore dei mercanti.

I reperti alimentano la curiosità degli archeologi di tutto il mondo, che continueranno dunque a esplorare la grotta, per capire ancora di più di un passato lontano.

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(Unioneonline/v.l.)
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