Sono passati ottant'anni dalla scomparsa di Yosto Randaccio (Cagliari, 1880- Salerno 1938) un anniversario che rende ancora più urgente la riscoperta di questo scrittore, poeta, nonché prodigo e colto redattore de L’Unione Sarda.

L'appello arriva dagli studiosi Rita Zedda e Antonello Greco, che hanno raccolto la biografia dell'intellettuale "decisamente dimenticato dalla sua stessa città natale" attraverso ricerche documentarie e d’archivio destinate a tesi di laurea.

"La poliedricità dei suoi interessi culturali - scrivono - specialmente nell’ambito della critica letteraria e artistica, emerge anche semplicemente dall’elenco cronologico dei contributi che pubblicò su L'Unione Sarda, concentrati tra il 1902 e il 1905".

"Erano quelli i fecondi anni giovanili del nostro a Roma, dove si era trasferito con la famiglia fin dal 1890 e dove assieme all’amico e sodale poeta sassarese Salvator Ruju nonché alla colta frequentazione con la scrittrice nuorese Grazia Deledda si era fatto promotore di una ideale 'Società dei Sardi', una concorde sinergia 'sarda d’oltremare' tra un cagliaritano, un sassarese e una nuorese, decisamente auspicabile anche oggi".

Insegnò a Cagliari al Liceo Dettori nel 1909 (qui il 25 febbraio tenne un discorso sulla festa mondiale della pace) e scrisse anche poesie, prose e opere di critica letteraria.

"Gli ultimi suoi contributi per L’Unione risalgono alla fase campana della sua esistenza, ad Avellino prima e a Salerno poi, quando Yosto aveva abbracciato l’ideologia fascista da cui successivamente si allontanò con delusione e disincanto, senza mai dimenticare l’intrinseco e assimilato valore della sardità".

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata