Un'importante scoperta scientifica con la firma dell'Università di Cagliari.

Un gruppo italo-cinese di ricercatori, guidato da Matteo Cadeddu dell'Università e Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare) di Cagliari e da Carlo Giunti dell'Infn di Torino, ha infatti utilizzato per la prima volta quello che potrebbe essere definito come un vero e proprio microscopio a neutrini per indagare la disposizione dei neutroni all'interno del nucleo atomico.

In un articolo che verrà pubblicato domani sulla prestigiosa rivista Physical Review Letters gli scienziati spiegano come, grazie a queste particelle elementari fra le più "sfuggenti", si sia potuto misurare per la prima volta il raggio della distribuzione dei neutroni nei nuclei di cesio e iodio. Con ripercussioni in moltissimi campi, che vanno dalla fisica degli ioni pesanti, come quella studiata al Cern di Ginevra, fino all'astrofisica.

La scoperta rientra nell'ambito degli studi che da tempo vengono portati avanti con il progetto "DarkSide" del Gran Sasso e con il progetto "Aria", in Sardegna. Studi, fra l'altro, che hanno permesso di riqualificare le miniere di Seruci con l'installazione di una colonna di distillazione dell'Argon destinata a diventare la più alta del mondo, più della Torre Eiffel, e che permetterà di utilizzare, opportunamente distillato, questo gas nobile nei laboratori sotto l'appennino, con riferimento agli studi sulla materia oscura.

"Finora non avevamo un modo per misurare il raggio della distribuzione di tutti i neutroni in un nucleo in maniera affidabile, come avviene invece per i protoni – ha spiegato Cadeddu a L'Unione Sarda - Con la nostra ricerca abbiamo mostrato che utilizzando i neutrini è possibile fare una "fotografia" anche alla distribuzione dei neutroni all'interno dei nuclei. Con informazioni indirette utilizzabili per conoscere, ad esempio, quanto sono grandi le stelle di neutroni nell'universo e di cui ad oggi sappiamo poco”.

Se ai ricercatori è da sempre molto chiara la disposizione dei protoni all'interno dei nuclei per via della loro carica elettrica, poco invece si conosce sui neutroni. I nuovi risultati permettono dunque di osservare i nuclei secondo una nuova prospettiva. E grazie all'analisi statistica di questi dati sperimentali, fra l'altro, gli autori del nuovo studio sono riusciti ad estrarre il raggio della distribuzione dei neutroni di cesio e di iodio, mostrando per la prima volta che tale raggio è pari a circa 5.5 femtometri (5.5 milionesimi di miliardesimo di metro).

"La nuova scoperta – spiega ancora Cadeddu – non sta tuttavia tanto nel valore trovato quanto nel metodo. Per semplificare, è come quando si vanno ad osservare i corpi celesti con diverse lunghezze d'onda: nel visibile, ad esempio, o con il radio telescopio, si ottengono aspetti diversi. Lo stesso accade qui: un conto è sondarlo usando gli elettroni, un conto utilizzando i neutrini: si ottengono informazioni diverse".

A questa prima evidenza sperimentale della diffusione coerente di neutrini è stata dedicata la copertina della rivista Science del 15 settembre 2017. Ora arriva questa nuova e prestigiosa pubblicazione di prossima uscita, che riempie di orgoglio Cadeddu e l'Università di Cagliari.

"Mi dedico alla ricerca ormai da qualche anno – spiega Cadeddu, 31enne originario di Nurallao – dopo una laurea in Fisica a Cagliari, una specializzazione a Torino con il professor Giunti e un dottorato nuovamente a Cagliari. In questo ambito l'Università che rappresento è molto avanti e offre grandi opportunità a me come ad altri ricercatori: non è vero che per fare ricerca è d'obbligo andare all’estero. Certo, è opportuno aprirsi al mondo, prendere contatti con altre realtà come noi abbiamo fatto con il gruppo cinese che ci ha affiancato nel lavoro. Ma in questo i nuovi mezzi di comunicazione offrono molto: noi lavoriamo con la Cina, ma restando a Cagliari. Credo sia una bella opportunità, per me e il gruppo con cui lavoro, e per la Sardegna”.

(Unioneonline/v.l.)
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