Si è conclusa la seconda edizione cagliaritana della "Global Game Jam", maratona in contemporanea mondiale sulla creazione di videogiochi. La manifestazione è stata l'occasione per fare il punto su un settore che in Sardegna cresce sempre di più e che può portare sviluppo turistico e tecnologico.

Da venerdì a domenica l'evento ha radunato alla Fiera programmatori, musicisti, sceneggiatori, game designer e studenti uniti dalla comune passione per i videogiochi. Cinquantadue in totale i partecipanti, un numero che vale a Cagliari il quinto posto in Italia dopo Milano, Torino, Roma e Pisa.

Quest'anno il tema, uguale in tutto il mondo e sul quale i "jammers" hanno lavorato, è stato quello della "trasmissione" declinato nei modi più disparati. C'è chi è andato a ritroso nella storia e ha creato "Trench phone", un gioco nel quale i soldati in trincea della Prima guerra Mondiale devono riuscire a garantire i collegamenti telefonici sotto il fuoco nemico. Oppure "Message sent", basato su un falso allarme missilistico su una città: in questo videogame due giocatori devono riuscire a incontrarsi in un punto inviando le indicazioni via sms. "Smear Campaign - Dragging through the mud" è invece un gioco da tavolo e suddivide i giocatori in membri di partiti politici che per vincere le elezioni devono convincere gli elettori creando fake news. Nella lista ci sono anche Snakeman, cugino del popolarissimo "snake" che girava sui telefoni dei primi anni duemila, "Transmitting the truth: the world is ending", "The power", "Soul Flame", "Rewind", "Look Out" e "Endless Hope".

In totale, sono stati dieci i giochi creati nell'arco di 48 ore no stop.

Un'altra immagine dai lavori di gruppo
Un'altra immagine dai lavori di gruppo
Un'altra immagine dai lavori di gruppo

La "due giorni" dedicata alla Global Game Jam - organizzata dall'associazione Fabbricastorie – è tuttavia andata oltre il gioco in senso stretto e, come detto, ha indagato la nascente industria dei videogiochi in Italia, con convegni, seminari e approfondimenti volti anche sottolineare il benefico influsso di questo settore sul turismo.

"C'è una relazione concreta tra i giochi e i luoghi in cui sono ambientati – ha sottolineato Andrea Dresseno dell'Italian Videogame Program -. Pensiamo al caso di Monteriggioni, in Toscana, in cui è stato ambientato Assassin's Creed: un posto che non tutti conoscevano ma che ha registrato un aumento di visitatori dopo la pubblicazione del videogioco".

"Stiamo lavorando con sedici regioni, compresa la Sardegna – ha quindi proseguito - affinché in Italia vengano sviluppati videogiochi che prendano in considerazione il territorio".

Verso il settore arriva la mano tesa della Film Commission Sardegna che tramite la direttrice Nevina Satta ha annunciato la propria disponibilità nei confronti dei creatori di videogame sia per svolgere i propri compiti istituzionali sia per quanto riguarda la ricerca di fondi. Linea di apertura anche da parte di Valter Songini di Sardegna Ricerche, che ha sottolineato l'importanza dell'insegnamento anche attraverso laboratori tecnologici o come verirficatosi con la Scientific School della scorsa estate.

(Unioneonline/v.l.)
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