IL NUOVO MILLENNIO

È l'era della globalizzazione e della new economy, anche se nella florida Europa la modernizzazione non arriva ovunque alla stessa velocità e la Sardegna dei primi anni 2000 si presenta con un quadro economico contraddittorio. Da un lato il collasso sempre più evidente dei grandi poli industriali e la ripresa del fenomeno migratorio, dall'altro la crescita costante del turismo - che nel 2000 costituisce il 10% del PIL regionale - e iniziative imprenditoriali all'avanguardia nel settore delle telecomunicazioni e della ricerca scientifica, con la creazione, ad esempio, di un centro d'eccellenza come il Parco Polaris di Pula, la "Silicon Valley d'Italia".

"IL SORRISO DI UN MINATORE VALE COME UN GIURAMENTO"

La modernità, però, non è riuscita a cancellare l'eredità storica dell'Isola, e le immagini del fotografo Dario Coletti proposte in questo volume di Album Sardo cercano di fissare nella memoria proprio le tracce dell'identità sarda.

Dalle pagine di Album Sardo
Dalle pagine di Album Sardo
Dalle pagine di Album Sardo

In vent'anni di frequentazione, nell'obiettivo di Coletti sono passati i riti e le tradizioni popolari della Sardegna, la trasformazione del paesaggio e il mondo del lavoro nel suo rapporto con l'ambiente fisico, con il bellissimo reportage Okeanos & Hades. Chronicles from Sardinia, in cui vengono raccontati in parallelo i due mondi delle miniere e quello del mare, dove si muovono gli operai e i pescatori delle tonnare, accomunati dalla fatica e dai rischi di mestieri antichi e usuranti.

Per il fotografo condividono uno stesso spazio, "un paesaggio di montagna che scende verso la costa a volte in modo brusco, ed è contemporaneamente paesaggio di mare", e sono il simbolo della reciproca influenza tra uomo e ambiente: la durezza delle miniere che si riflette nei tratti somatici degli operai e quella del mare che leviga i volti dei marinai e dei pescatori.

Le immagini di Dario Coletti
Le immagini di Dario Coletti
Le immagini di Dario Coletti

L'ISOLA FOTOGENICA - Anche il fotografo Gianni Berengo Gardin ha un rapporto speciale con l'Isola e l'ha vista cambiare passo dopo passo fin dagli anni '60, e reportage dopo reportage continua a trovarla "un Paese straordinario da fotografare".

Nelle sue immagini c'è la magia dei Nuraghi, il mondo rurale con le sue tradizioni antichissime, e poi quello contemporaneo delle coste prese d'assalto dal turismo e delle città che hanno attratto come magneti la gente dell'entroterra. Un quadro a 360°, simile a quello che il grande scrittore Sergio Atzeni sognava di poter realizzare quando scrisse che la Sardegna andava raccontata tutta: "Finora la zona maggiormente descritta nelle opere letterarie è la Barbagia, [...]. Però io credo che sia importante raccontare anche Cagliari, anche Guspini, Arbus, Carbonia; se avrò vita cercherò di raccontare tutti i paesi, uno per uno, e tutte le persone, una per una. Non credo che avrò vita per fare questo, ma cercherò di farlo perché tutto merita di essere narrato".

Barbara Miccolupi

(Unioneonline)

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(Il 28° volume di Album Sardo è in edicola da sabato 6 gennaio in abbinamento facoltativo a L'Unione Sarda - 2,80 Euro oltre al prezzo del quotidiano).
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