DOV'È FINITO IL FOTOGIORNALISMO - Sta lentamente scomparendo la figura del fotoreporter che ha segnato l'epoca d'oro del giornalismo, quella delle grandi inchieste e dei reportage, quella di pagine e pagine nelle quali la potenza narrativa dell'immagine si univa in modo paritetico a quella delle parole. C'era il tempo per una lettura lenta, la voglia di andare a fondo e la curiosità di "vedere" la notizia attraverso i racconti fotografici di tanti professionisti.

Quel mondo è in gran parte scomparso, certo rimangono validissime inchieste e approfondimenti giornalistici su testate italiane e straniere, ma - ahinoi - la componente fotografica è sempre più limitata, defilata e ha ormai poche possibilità di narrare "storie nella storie". E a fare le spese di questo radicale mutamento del mondo editoriale sono stati tanti validi fotografi, un tempo parte integrante delle redazioni e oggi sempre più precari e dipendenti dalle magre commissioni dei giornali. Così, salvo pochi casi eccellenti tutelati da grandi agenzie di stampa, capita sempre più spesso che bravi fotoreporter con una bella storia da raccontare in immagini, magari da zone del globo piuttosto "bollenti", debbano partire a loro spese - e a loro rischio - sperando di piazzare poi gli scatti migliori su qualche testata internazionale.

Dal 27° volume di Album Sardo
Dal 27° volume di Album Sardo
Dal 27° volume di Album Sardo

IMMAGINI SCOLPITE COME PIETRE - Questa introduzione al 27° volume di Album Sardo non è casuale, perché l'autore degli scatti relativi al decennio 1990-2000 è il fotografo Francesco Cito, esempio perfetto di quella categoria di fotoreporter in via d'estinzione. Almeno in Italia.

La sua parabola professionale inizia nei primi anni '70 con un reportage sulla mattanza dei tonni in Sicilia e si guadagna subito la copertina del Sunday Time Magazine. In seguito Francesco Cito ha voluto mettersi alla prova e alzare l'asticella vagando per il mondo alla ricerca delle storie più estreme, complicate e difficili.

Ed eccolo raggiungere clandestinamente l’Afghanistan invaso dai russi, seguire per il settimanale Epoca il conflitto tra fazioni palestinesi in Libano, la caduta della roccaforte di Arafat, la guerra di camorra a Napoli, e ancora l'invasione del Kuwait, la guerra nei Balcani, la polveriera medio-orientale sul doppio fronte palestinese e israeliano.

In prima linea, pagando tre volte sulla propria pelle l'eccessiva "vicinanza" ai fatti, Francesco Cito ha raccolto reportage di grande impatto, per lo spessore dei temi trattati ma soprattutto per la potenza fuori dal comune di tanti suoi scatti: vibranti, netti, crudi e spietati, e insieme poetici, commoventi o dissacranti.

Le forze antisequestri ritratte da Francesco Cito
Le forze antisequestri ritratte da Francesco Cito
Le forze antisequestri ritratte da Francesco Cito

GLI SCATTI SARDI - Nelle immagini realizzate da Cito sull'Isola c'è tutto questo, fin dal primo approdo negli anni '80 per documentare il fenomeno dei sequestri, primo fotografo a seguire passo passo le forze dell'ordine nei covi del territorio barbaricino. E più tardi con i bianchi e neri dedicati alle processioni religiose di Cuglieri, Nule e Sassari, alla tradizione dei Mamuthones, al rito dell'Ardia a Sedilo, la mattanza a Portoscuso, e con gli scatti dei tanti volti e scorci di Bosa, Ula Tirso, Bonorva e Ollolai. Sempre lontano dai percorsi più ovvi e dall'immagine "cartolina" della Sardegna.

Barbara Miccolupi

(Unioneonline)

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(Il 27° volume di Album Sardo è in edicola da sabato 30 dicembre in abbinamento facoltativo a L'Unione Sarda - 2,80 Euro oltre al prezzo del quotidiano).
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