Continua lo scontro a distanza tra Israele e le Nazioni Unite, dopo la bocciatura della proposta Trump su Gerusalemme capitale. L'ultima mossa del governo israeliano è quella di presentare una lettera formale all'Unesco tramite il proprio ambasciatore Carmel Shama-Hacohen, appena dopo il periodo delle festività, nella quale si dichiarerà l'uscita del Paese dall'organizzazione culturale a fine 2018.

Una brusca presa di posizione del governo Netanyhau per reagire a quelli che Israele considera "sistematici attacchi" delle Nazioni Unite.

E un primo annuncio da parte del premier Benyamin Netanyhau c'era già stato lo scorso ottobre, in linea con quello del presidente Donald Trump di voler uscire dall'Unesco "per i suoi persistenti pregiudizi anti-israeliani".

Già allora Israele accusava l'Unesco di esser diventata "un teatro dell'assurdo che piuttosto che preservare la storia la distorce", in ragione di scelte come quella di dichiarare Hebron (Cisgiordania) patrimonio dell'umanità come sito palestinese o quella di usare esclusivamente il nome islamico per riferirsi al complesso della moschea di Al-Aqsa, ignorando il termine ebraico Monte del Tempio, luogo simbolo per gli ebrei di tutto il mondo.

Decisioni che hanno suscitato polemiche a livello internazionale, avvalorando la critica israeliana all'Unesco secondo cui sarebbe in atto un tentativo di "disconnettere la storia ebraica dalla terra di Israele".

(Unioneonline/b.m.)
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