Dopo Ungheria e Polonia, è l'Austria del neo eletto Sebastian Kurz a finire sotto la lente d'ingrandimento di Bruxelles, preoccupata di una deriva anti europeista del nuovo esecutivo, formato dalla coalizione del Partito Popolare OVP del cancelliere 31enne e dal Partito della Libertà di destra estrema FPO, guidato dal controverso Heinz-Christian Strache.

La virata nazionalista del nuovo Governo è innegabile, nonostante le rassicurazioni di Kurz e i toni pacificatori del presidente Alexander Van der Bellen, visto che l'FPO guiderà i tre ministeri chiave degli Esteri, Interni e Difesa, oltre a ottenere la poltrona di vice cancelliere per il suo leader Strache, erede di Jorg Haider.

Del governo Kurz preoccupano soprattutto le scelte in materia di sicurezza, politiche europee e immigrazione, dato che già nel programma elettorale condiviso dai leader della coalizione si prospettavano limitazioni per i migranti già presenti nel Paese, la chiusura delle rotte migratorie dei Balcani e del Mediterraneo, e l'inasprimento dei controlli alle frontiere, come dimostra quanto avvenuto al Brennero qualche mese fa.

Ma il risvolto più inquietante di questo cambio ai vertici dell'Austria sta più nel passato che nelle direzioni future che prenderà il Governo di Vienna. Un passato che pesa e risveglia brutti ricordi, soprattutto nel caso del vice cancelliere Strache - nel cui curriculum rientrano contatti con i gruppi neonazisti locali - e del partito FPO, nato all'indomani degli accordi De Gasperi Gruber sul destino dell'Alto Adige, con l'ideale del pangermanesimo, quello, per intenderci, alla base del nazismo.

Manifestazione contro il neo Governo Kurz nel giorno dell'insediamento
Manifestazione contro il neo Governo Kurz nel giorno dell'insediamento
Manifestazione contro il neo Governo Kurz nel giorno dell'insediamento

Un'esagerazione? Non proprio, perché se si scorre la storia del FPO si scopre che il suo primo leader è stato un certo Anthon Reinthaller, tra i primi aderenti al nazismo, amico di Rudolph Hess, nonché generale delle SS che a fine guerra sconterà pochi anni di carcere per tornare subito dopo alla politica attiva. Non diversa la parabola del successore Freiderich Peter, giovanissimo membro delle SS, capace di riabilitarsi dopo la guerra e tornare sulla scena politica negli anni '60 alla guida dell'FPO, nonostante le accuse di genocidio di un certo Simon Wiesenthal.

In tempi più recenti a capo dell'FPO c'è stata l'altra figura molto discussa di Jorg Haider, antieuropeista convinto, più volte bacchettato dalle istituzioni europee e dai media internazionali per uscite razziste e antisemite, poi prematuramente scomparso nel 2008.

Una storia che va conosciuta per avere un quadro di riferimento degli attuali protagonisti della politica austriaca, che con l'Italia condivide i confini e la spinosa questione della minoranza altoatesina, riesplosa subito dopo la proposta di Vienna di concedere anche la cittadinanza austriaca ai sudtirolesi.

È toccato al neo cancelliere Kurz smorzare sul nascere la prima grana "diplomatica", dicendo che questo obiettivo si potrà realizzare solo "in stretta cooperazione con l'Italia e con il Governo di Roma".

(Unioneonline/b.m.)
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