Vent'anni di voci bianche che hanno il colore di mille emozioni e storie diverse. Tutti uniti nel Coro del Conservatorio di Cagliari, che quest'anno celebra il suo importante anniversario. Ma per Enrico Di Maira, che lo dirige, è solo l'inizio: "Siamo un gruppo che cresce e ogni anno si rinnova", racconta, e ricorda il primo concerto come se fosse ieri: "Era il 1998, con Bocelli". All'inizio il Coro, fondato nel 1996 da Laura Porceddu, si riuniva soprattutto per occasioni legate all'attività del Lirico: "Ma è bastato un po' di impegno e investimento, per vederlo diventare grande", spiega la direttrice uscente del conservatorio, Elisabetta Porrà.

Sono i 40 componenti del Coro, tra la sezione da 7 a 12 anni del vivaio, e quella vera e propria del Coro delle Voci Bianche, fino ai 14. Il conto del numero degli alunni in vent'anni raggiunge cifre di tutto rispetto. "Eppure ogni ragazzo è speciale, è diverso", racconta Di Maira con un gran sorriso. "Negli ultimi vent'anni i gusti musicali dei miei alunni sono cambiati, così come il modo di cantare".

E se oggi può sembrare un'impresa difficile attrarre l'attenzione di chi è cresciuto con Fedez e Lady Gaga, Di Maira a questa insinuazione scuote la testa: "Le orecchie dei ragazzi sono pulite, la musica la creano loro stessi. Sono agili mentalmente e pronti a passare dallo studio di un brano classico a musica più recente. E poi, il nostro repertorio è vario".

Per questo veterano del Coro il metodo educativo si racconta in poche parole: "Il segreto è che alla fine della prova il bambino sia felice, così avrà sempre voglia di tornare. Io poi, desideravo da sempre trasmettere la mia passione per la musica". E il lavoro non finisce con la lezione: "Diventi la loro guida, il loro capobranco. Quante volte mi cercano per consigli, anche dopo anni! Qualcuno ha iscritto i suoi figli".

In quanto a esibizioni, il coro è al livello di complessi ben più blasonati. "Il record? Direi nel 2014, con 60 concerti. Ma ogni volta fa storia a sé: quella che ci siamo esibiti alla 'Notte dei Poeti', con un repertorio tutto sugli animali. O quando abbiamo cantato 'Brundibar', un'opera eseguita per la prima volta dai bambini di un campo di concentramento. O ancora quando abbiamo rifatto 'Imagine', di John Lennon. Una canzone si sceglie anche per il suo messaggio".

Ma il lato più bello del coro è entrare in una comunità, dove nessuno è mai lasciato solo. C'è chi aveva difficoltà nella lettura, e con l'aiuto continuo dai compagni anche a trovare il segno sul foglio, è poi diventato il più entusiasta di tutti. Tanti bambini che inizialmente non riuscivano a cantare, e dopo qualche allenamento si sono trasformati in elementi di punta in ogni concerto. E tra gli alunni di un tempo c'è chi oggi da grande suona in un'orchestra. "Niente nomi, però".

Ma esistono gli stonati inguaribili? "Questa è la domanda più difficile del mondo", ride Di Maira. "Nella gran parte dei casi tutti riescono a cantare bene. Ma serve più educazione musicale, a partire dalla scuola elementare". E il conservatorio ci crede: "Le iscrizioni per il Coro sono già aperte", spiega il direttore Giorgio Sanna. C'è bisogno di più musica, per tutti.

© Riproduzione riservata