Indossati grembiule e cappellino bianco, gli ospiti sono pronti a mettere le mani in pasta, per poi portare a casa il pane appena sfornato e scoprire i segreti della panificazione: ingredienti, impasto, lievito madre, cottura in un forno a legna.

A un mese dal taglio del nastro, è boom di visitatori al Museo del pane di Sanluri: aperto solo per quattro weekend, ha registrato 600 presenze. Tutti pazzi per il civraxiu e le sue svariate forme, ma anche per la possibilità di seguire un percorso guidato all'interno della struttura, alla scoperta della storia millenaria dell'alimento più comune a tutte le culture del mondo: il pane.

LA VISITA - La sala del museo che ha radunato molte famiglie della Sardegna, soprattutto scolaresche, è quella dove ci sono il forno e le attrezzature per mettersi all'opera e sfornare le pagnotte o i dolci tipici. Un'esperienza concessa a tutti, a condizione che i gruppi, massimo 20 persone, prenotino la visita. Un obbligo dettato dai tempi lunghi per portare a casa il prodotto lavorato con le proprie mani, sotto la guida di esperti panificatori.

L'IMPASTO - "La preparazione del civraxiu - spiega il presidente del neonato comitato, Fabio Matta - non è un qualcosa che si può improvvisare in pochi minuti, occorrono almeno otto ore. Pertanto, è inevitabile la programmazione, specie quando arrivano gli alunni. Sino a oggi, i ragazzi, che si sono cimentati in quest'arte, hanno fatto in tempo a seguire metà del ciclo: i panetti pronti per la lievitazione. La fase successiva richiede almeno tre ore". Tempo insufficiente per consentire il rientro in classe e l'uscita regolare da scuola. "Ci stiamo organizzando - assicura Matta - per soddisfare le esigenze di grandi e piccoli. L'importante è essere avvisati".

IL POLO - Il successo culturale ha suggerito al Comune la nascita di un polo museale. Un patto fra la cooperativa "Il Maniero" e il Comune per un biglietto unico d'ingresso per quattro esposizioni. Il Museo del pane, nato sulle ceneri del vecchio frantoio, e quelli storici del castello di Eleonora: Museo risorgimentale, delle cere e della campagna d'Africa.

IL SINDACO - "La novità - spiega soddisfatto Alberto Urpi - sta nel fatto che il museo non è un espositore di vecchi oggetti, ma un posto vivo, un luogo di confronto in cui tutti possono vedere e partecipare alla produzione del civraxiu, partendo dal grano sino alla mensa della cucina di casa".

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