Dire che l’arrivo di un figlio cambia la vita può essere banale fin che si vuole però è la pura e semplice verità. Tante abitudini inveterate e considerate intoccabili vengono infatti sostituite da poppate, pannolini e veglie notturne. Certezze considerate granitiche e costruite nell’arco di una vita vengono sbriciolate nel giro di pochi giorni, così come irrealizzabili si dimostrano tanti buoni propositi.

Questo vale ancora di più se di mestiere si fa gli attori e si è abituati a calcare i palcoscenici di Zelig e Colorado, vivendo quella vita un po’ girovaga e senza orario tipica della gente di spettacolo.

Alice Mangione e Gianmarco Pozzoli hanno deciso di trasformare le loro avventure e disavventure di coppia, con prima uno (Giosuè) e poi due (la piccola Olivia, nata questa estate) figli, in un divertente racconto sulla genitorialità e la vita assieme.

È nata così la pagina Facebook The Pozzolis Family, oggi seguita da centinaia di migliaia di appassionati, e un libro dal titolo che è già tutto un programma: Un figlio e ho detto tutto (Mondadori, 2017, Euro 16,90, pp. 245. Anche Ebook).

Ma perché basta la parola figlio a dire tutto? Ce lo dice proprio la Pozzolis Family, Alice e Gianmarco, in una sorta di intervista doppia modello Le Iene.

Lei: Perché è come un codice. Basta pronunciarla e tra genitori ci si capisce subito. Riassume in poche lettere un intero mondo.

Lui: Per esempio quanto si è stanchi, in quel periodo particolarissimo della propria vita quando i figli sono piccoli.

Qual è la cosa più sorprendente dell’avere un figlio?

Lei: Mi sorprende il fatto che non riesco più a ricordare cosa significhi non averne, non ritrovarsi in casa due produttori di pannolini.

Lui: Io sono travolto dalla stanchezza fisica. Credo di non essermi mai piegato tante volte in vita mia come da quando ho un figlio. È come stare in palestra 15 ore al giorno e la sera alle 8 e mezza non vedo l’ora di sdraiarmi. Prima mi piaceva uscire, ora miro a un bel film sul divano magari addormentandomi al primo tempo!

Con tutto quello che avete da fare cosa vi ha spinto a lanciarvi come Pozzolis Family?

Lei: Non so se ne ha sentito parlare ma hanno inventato l’asilo...

Sì, ma hanno inventato anche le malattie da asilo...

Lei: Certo, abbiamo ricalendarizzato tutte le consegne del libro in base alle malattie gastro-intestinali di Giò... Insomma tutto viene fatto guardando ai tempi dei bambini, però di energia ne rimane tanta.

Lui: Il successo della pagina Facebook e dei video che caricavamo ci ha spinto a continuare. E poi è un bel modo, per me e Alice, di stare insieme, creare, divertirsi e anche condividere la crescita dei nostri figli. Ci permette di essere molto presenti come genitori e anche come partner.

In tutto questo affiatamento qualche momento di crisi l’avrete o no?

Lei: Il nostro bello è che abbiamo lo stesso tipo di percezione, lo stesso umorismo.

Lui: Lo stesso modo nel rapportarci alle cose...

Lei: Se si accende una discussione la stemperiamo subito. È difficile che andiamo in crisi. O almeno non è mai successo.

Lui: L’unica cosa che può creare alla lunga problemi è il disordine suo e l’ordine mio. Lascia mille prodotti che non devono bagnarsi sul lavabo per esempio.

Lei: Perché non mi hai ancora comprato un mobile bagno!

A quando il terzo figlio?

Lei: Lasciamo stare (ride). Quando è nata Olivia, Gianmarco qualche giorno dopo la nascita mi ha guardato con gli occhi a forma di cuore mentre la tenevo in braccio e mi ha detto: “Ma sono così belli... Come fai a non desiderarne subito un altro!”

Lui: Ora abbiamo i nostri bimbi a cui pensare e poi tutto quello che gira attorno alla Pozzolis Family: pagina Facebook, un altro libro, uno spettacolo teatrale. Poi con un po’ di tranquillità si penserà a un altro figlio.

Lei: Tanto poi comunque la gravidanza la devo fare io!

Lui: Ma sì, diciamo che tra tre o quattro anni potrei tornare a bussare!

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