Gli scatti di Uliano Lucas (Milano, 1942), gigante del fotogiornalismo, hanno inaugurato ieri il festival "Bianco e nero", che da venerdì al 2 novembre si svolgerà tra Cagliari e i paesi del Consorzio dei laghi: Orroli, Nurri, Serri, Isili, Esterzili e Sadali.

È stato il maestro in persona ad affidare al centro comunale il Ghetto di via Santa Croce, dove la mostra "Punti di vista" sarà aperta sino al 31 ottobre, la straordinaria antologia di lavori che si è avvalsa della ricerca storica di Tatiana Agliani. Cento fotografie in bianco e nero - molte delle quali diventate icone, diverse scattate anche in Sardegna - con cui Lucas ha raccontato gli ultimi sessant'anni della storia d'Italia e del mondo; talvolta ancor prima che la società si accorgesse di vivere il cambiamento. Proprio la messa a fuoco e la lettura critica dei fenomeni di trasformazione è obiettivo della rassegna che, giunta alla seconda edizione e organizzata dall'associazione Interforma, s'intitola "Attraversamenti".

GLI OSPITI - Lucas, protagonista del giornalismo indipendente, nei prossimi giorni cederà il testimone a firme e volti noti del mondo dell'informazione: Nello Scavo, Toni Capuozzo, Anna Trebbi, Valerio Cataldi e Gioacchino Bonsignore. Discuteranno di immigrazione, integrazione e multiculturalismo. "Attraversamenti - ha detto la direttrice artistica Maria Dolores Picciau, critica d'arte - è termine scelto per la valenza metaforica. Grazie agli ospiti vogliamo attraversare il mondo, comprenderne le trasformazioni. Capire come l'Italia, paese di emigrazione, sia diventato terra d'immigrazione".

LA MOSTRA DI LUCAS - In occasione del taglio del nastro Lucas ha accompagnato alla lettura delle immagini (e della sua visione del mondo) alcuni gruppi di liceali, allievi ai piedi di un professionista che - servendosi dell'alfabeto della fotografia e di una profonda cultura - ha raccontato un'epoca. Mostrando una delle sue foto diventate simbolo, quella della manifestazione di piazzale Accursio a Milano (1971), ha detto: "Sono stato il fotografo di una generazione, quella del '68. L'immagine ne rappresenta l'inno: 'Voglio vivere la mia vita'". Un messaggio di speranza rinnovato davanti a chi si prepara a prendere in mano il futuro, alla sfida contro la globalizzazione e il capitalismo, la guerra e l'egoismo sociale. Derive indagate dai reportage di Lucas.

La personale propone immagini dell'assedio di Sarajevo, delle guerre di liberazione dal neocolonialismo che hanno avuto come teatro l'Africa. Racconta l'industrializzazione, la realtà delle fabbriche, la complessità del problema giovanile, la questione psichiatrica, l'adozione dei bambini, il carcere e l'emarginazione e le migrazioni. Evidenzia, coi contrasti del bianco e del nero, l'umanità che resiste, i volti della solidarietà, della libertà e dell'amicizia.

IL PROGRAMMA - L'apertura è affidata (venerdì 20, alle 18, Mem di Cagliari) a Nello Scavo, reporter internazionale per "Avvenire". Presenterà "Perseguitati", libro dedicato alle persecuzioni dei cristiani. Sabato 21, sempre alla Mem e nello stesso orario, toccherà al giornalista Mediaset Toni Capuozzo. Domenica 22 il festival si sposterà al Ghetto: alle 11 la giornalista Rai Anna Trebbi introdurrà il lavoro del fotoreporter Nikos Pilos. Alle 16 il giornalista del Tg 2 Valerio Cataldi presenterà il pluripremiato docufilm "Io sono Aziz" (2017). All'inizio di novembre (la data è da definire) arriverà Gioacchino Bonsignore, autore della rubrica "Gusto" di Canale 5.

LE CONFERENZE - Il festival prevede anche la conferenza "Migrare" (24 ottobre, ore 16, Facoltà di Scienze economiche e giuridiche di Cagliari) e una serie di appuntamenti (dal 24 al 31 ottobre) tra Orroli, Nurri, Serri, Isili, Esterzili e Sadali. Protagonisti: artigiani, studenti e turisti.

La video intervista di Manuela Arca

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