Ancora poche ore e gli ultimi reperti scoperti nel sito archeologico di Mont'e Prama avranno un nome.

Domani mattina a Cabras arriveranno i funzionari della Soprintendenza di Cagliari per mostrare, durante una conferenza stampa che si terrà al museo civico Giovanni Marongiu, tutto ciò che la collina più famosa del Sinis ha restituito in questi ultimi giorni.

Ma già trapela qualcosa. È certo, infatti, che gli ultimi ritrovamenti sono tanti frammenti di un Gigante. Ma non è tutto. Gli archeologi pochi giorni fa si sono ritrovati tra le mani anche una piccola mano di un bronzetto nuragico. Ciò vuol dire dunque che nell'area funeraria più importante del Mediterraneo, almeno così sostengono gli esperti, non ci sono solo statue nuragiche, tombe, muri e strade.

A Mont'e Prama si scava grazie ai 450 mila euro finanziati dalla Fondazione Banco di Sardegna. Un lavoro certosino svolto dagli archeologi della Soprintendenza diretti da Alessandro Usai e da quelli dell'Università di Sassari e del Consorzio Uno di Oristano guidati invece dall'archeologo Momo Zucca.

Sul campo anche tre detenuti del carcere di Massama.
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