"Sant’Elia, frammenti di uno spazio quotidiano", lavoro realizzato da Maurizio Memoli e Silvia Aru, ricercatori dell’Università di Cagliari, con la regia di Bruno Chiaravalloti, si è aggiudicato il premio speciale "webdoc" nell’ambito del premio "L’Anello debole 2017".

Il documentario premiato nasce da una ricerca triennale svolta dai ricercatori dell’Università di Cagliari nel quartiere di Sant’Elia, e racconta il volto di una "periferia" e di chi la abita attraverso una narrazione corale. Lo studio ha infatti coinvolto gli abitanti del quartiere, in particolare le donne.

"Uno dei principali obiettivi della ricerca – spiegano dall’Ateneo - era quello di investigare le rappresentazioni e le narrazioni degli abitanti di quartieri cosiddetti "marginali" delle città mediterranee e, contemporaneamente, promuovere un processo di azione/reazione tra ricercatori e abitanti finalizzato alla produzione di nuove forme di narrazione dello spazio, con particolare riguardo all’utilizzo di strumenti visuali e multimediali durante il lavoro sul campo".

L’equipe di ricerca, sotto il coordinamento scientifico di Maurizio Memoli, è composta da Silvia Aru, Emanuela Cara e Matteo Puttilli.

Il riconoscimento è stato consegnato nella penultima serata del "Capodarco L’Altro Festival". I ricercatori dell’ateneo cagliaritano si sono aggiudicati la vittoria fra 187 opere in concorso, provenienti dall'Italia e da altri 14 Paesi nel mondo.

Il premio internazionale "L’anello debole" è nato nel 2005 da un’idea del giornalista Giancarlo Santalmassi. Promosso dalla Comunità di Capodarco di Fermo, nelle Marche, viene assegnato ai migliori video e audio cortometraggi, giornalistici e di fiction, su tematiche a forte contenuto sociale e ambientale. Dal 2010 il premio si svolge all’interno del "Capodarco L’Altro Festival".

(Redazione Online / v.l.)
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