Terminato il Ramadan, il periodo di circa trenta giorni durante il quale i musulmani di tutto il mondo digiunano dall'alba al tramonto, rispettando in questo modo il quarto dei cinque pilastri dell’Islam per ricordare il mese il cui fu rivelato il Corano come "guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza", è l'ora della festa.

Festa che prende il nome di Eid al-Fitr e che sarà onorata da circa 1,6 miliardi di persone.

Per l'Arabia Saudita e i Paesi che hanno iniziato a osservare il 27 maggio il mese sacro di digiuno ieri è stato il 29esimo giorno di Ramadan e quindi oggi è il primo giorno di Eid al-Fitr.

L'inizio ufficiale è legato all'avvistamento, dopo il tramonto, della nuova luna.

Avvistamento che però dipende da molti fattori, anche geografici, e per questo la data di inizio di Eid al-Fitr può cambiare da Paese a Paese.

Ad esempio, per i musulmani di Bangladesh, India e Pakistan il mese di Ramadan è iniziato il 28 maggio e quindi l'avvistamento della luna è spostato a oggi.

Letteralmente Eid al-Fitr significa "festa dell'interruzione" del digiuno ed è la seconda festa più importante dell'Islam, dopo Eid al-Adha, la "festa del sacrificio", che mette fine al pellegrinaggio canonico, detto Hajj.

Le celebrazioni di Eid al-Fitr iniziano con la preghiera dell'alba, Salat al-Fajr, dopo la quale si trascorre la giornata in famiglia. "Eid Mubarak" o "Buona festa" è il tipico auguro per questi giorni di celebrazioni: Eid al-Fitr apre infatti un periodo di vacanza, che dura diversi giorni.

IN ITALIA - Alla festa per la fine del Ramadan a Torino ha partecipato anche il sindaco della città, Chiara Appendino, che ha detto: "Nelle ultime settimane Torino è stata scossa da eventi tragici. La paura, il nostro più grande nemico, ci ha fatto vacillare. Torino ha vacillato, sì, ma non è caduta e non cadrà se tutti coloro che la vivono, che sentono di appartenerle, la sosterranno. Torino è la mia, la vostra, la nostra città, e tutte e tutti insieme dobbiamo prendercene cura. Il nostro compito sarà quello di essere protagonisti nella lotta alla paura".

"Sono profondamente convinto che anche la diversità delle nostre religioni possono e devono diventare motivo di arricchimento reciproco: se ci conosciamo meglio, se ci rispettiamo di più, se collaboriamo insieme per un mondo più giusto e pacifico allora sì che si compie quanto Dio ci chiede", è invece il commento dell'arcivescovo del capoluogo piemontese Cesare Nosiglia.

(Redazione Online/m.c.)
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