Un nuovo progetto per realizzare un documentario sull’arte tessile fra Sardegna e Giappone. E un altro capitolo per la troupe di "Janas" sul tema delle abili stilisti, sarte e tessitrici dell’Isola.

L’iniziativa, che verrà presentata oggi a Olbia, è volta a lanciare un crowfunding che possa permettere al lavoro di vedere presto la luce. E alla troupe di Janas di approdare, dopo un passaggio a Cagliari, a Sassari, nel Nuorese, in Giappone, per documentare e seguire quel filo rosso invisibile di 10.000 chilometri che lega la Sardegna all’arcipelago di Okinawa: due patrie gemelle dell’arte della tessitura.

La Sardegna e Okinawa sono per molti aspetti simili: sono le due terre con le popolazioni più longeve del mondo, luoghi di straordinaria bellezza e antichissima cultura, entrambe vantano una storia e cultura autonoma rispetto ai paesi di appartenenza.

"Faremo proiezioni e incontri all'Università delle Arti e al Museo di Okinawa - spiega Stefania Bandinu, artigiana-artista, protagonista di Janas e autrice del progetto e dei gioielli tessili omonimi - e questo viaggio sarà l'occasione per girare un nuovo film, che metterà in contatto storie, tecniche e luoghi della tessitura sarda e giapponese, e che si concluderà con la realizzazione di una nuova collezione di gioielli narrativi artigianali dedicati queste due isole gemelle: un progetto ambizioso e un po' folle, ma in cui crediamo molto!".

A sostenere il progetto sarà la campagna di crowdfunding sulla piattaforma "Produzioni dal basso", con l’obiettivo di raccogliere, entro il 31 luglio 2017, 10.000 euro con cui coprire parte delle spese di produzione del film. Fra i testimonial della campagna il musicista Paolo Fresu e la scrittrice Michela Murgia, già coinvolti nel primo film "Janas - storie di donne telai e tesori".

(Redazione Online/v.l.)
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