Disarmo e immigrazione al centro della rassegna "Disarmante", con 49 artisti in mostra a Cagliari nello spazio del weekend, dalle 17,30 a notte, per raccontare la storia della nostra isola ancora sotto lo scacco di manovre militari e della produzioni di armi.Il titolo è prestato dal collettivo Filtro 44 di Sassari, associazione 4Caniperstrada: loro hanno fatto la prima mostra, poi hanno passato il testimone al collettivo di Cagliari "Funivie veloci".

Per entrare nel disarmante contesto, si inizia domani alle 18,30 con una mini rassegna cinematografica, in collaborazione con Biblioteca Autogestita Zarmu (via San Giacomo 117). Si parte con un docufilm del cineasta Tomaso Mannoni sull'inchiesta sulla lavanderia di Teulada: un'intera famiglia ammalata, si occupavano del lavaggio delle uniformi dei militari. Poi altri quattro corti, fra i quali c'è quello dedicato dal regista Jean Boiron Lajous a Cédric Herrou, condannato per "delitto di solidarietà" perché fuori da casa sua lasciava una tenda a disposizione dei migranti.

Si entra, con questi cinque cortometraggi, nel tema dei temi: basta armi, basta basi, basta la Sardegna nelle guerre, come in quella dello Yemen (oltre settemila morti e 2,5 milioni di sfollati). I modi per dire questo dissenso, per parlare alla gente di questa emergenza, sono i più vari: si va da mostre dentro alle case a performance in piazze e strade, come quella di Edoardo Tedde (casa privata, via San Giovanni 37) che chiama persone prese da elenco telefonico e, con linguaggio proprio dei call center promozionali, cercherà di vendere un pacchetto turistico della Sardegna militarizzata.

Le esposizioni sono di artisti non solo sardi ma che hanno spedito i loro lavori da Palestina, Siria, Yemen, Messico, Spagna, con la fotografa Monica Lozano che ha fatto un lavoro sulle modalità per migrare nascosti, a partire dai rocamboleschi modi per passare il muro di Berlino.

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