"Fork is a fork is a fork is a fork!" Traslando il celebre adagio del 1913 di Gertrude Stein sulla rosa, si entra con soave leggerezza nel mondo di Genesio Pistidda (classe 1974), un creativo sassarese che un giorno ha osservato meglio la forchetta "Moscardino", disegnata da Giulio Iacchetti e Matteo Ragni diciotto anni fa, già Compasso d'oro nel 2001, è se ne è innamorato.

È la storia di una passione, quindi, la mostra che ha inaugurato nello spazio espositivo Mauro Manca (via Calvia angolo piazza D'Armi) del Liceo artistico Filippo Figari di Sassari, all'interno della seconda edizione della rassegna d'arte contemporanea "Non rientrate tardi" (sino al 24 maggio).

"L'estetica del food - La tua pelle" è una mostra, e una passione bizzarra, che è stata presentata da Giulio Iacchetti e Enrica Olmetto, con performance musicale di Massimilano Murru, in collaborazione con lo spazio May Mask di Cagliari, che ha ospitato la stessa proposta lo scorso mese, per pochi giorni perché in transito per il "Fuori salone" di Milano. Bizzarra perché si tratta di una compulsiva variazione sul tema "Moscardino", il grazioso utensile usa e getta in Mater-Bi (bioplastica biodegradabile e compostabile), da una parte forchetta e dall'altra cucchiaio, prodotto da Pandora e diffuso nell'ambiente del catering dal 2000, oggetto che si è subito posizionato nel design industriale per ecosostenibilità e polifunzionalità.

Cosa fa Pistidda col "Moscardino"? Lo declina in decine di varianti grafiche, tatuandolo con segni, pattern, paesaggi, storie, rigorosamente in bianco nero e rosso. "Grafiche dal sapore etnico", le ha definite Iacchetti, che di un utensile usa e getta fanno un piccolo monile da non gettare e usare invece come un simpatico genius loci in cucina o in qualsiasi angolo della casa: divertente presenza che indica che le vie della creatività sono infinite e, se certe idee si sposano assieme, possono generare inesplorate varianti sul tema.

Genesio ha realizzato anche degli stendardi, vessilli che inneggiano al "Moscardino" come fosse un pacifico invasore che arriva ad imboccarci con simpatia.

A Cagliari, al May Mask, si faceva riferimento anche a Maria Lai, con fili che passavano da una serie ad un'altra di varianti della forchettina. Ma Maria avrebbe detto, con la sua puntuale ironia, che lei ce l'ha messa tutta per ricucire il mondo, ma alle forchette, no, non ci aveva proprio pensato!

Raffaella Venturi

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