Un nuovo volume de "La Biblioteca dell’identità" che vuole essere un convinto omaggio - per conoscere, comprendere, approfondire – a Sant’Efisio e alla sentita venerazione che gli destinano una città, Cagliari, e l’intera Isola.

IL TESTO - Oltre ottanta pagine di racconto e immagini a firma di Paolo Matta e disponibili in edicola da oggi (a 7,80 euro più il prezzo del quotidiano), che ripercorrono il fascino e le suggestioni di una festa che ha il sapore della tradizione e della fede popolare autentica, ancora oggi visibile nei gesti emozionati di chi esprime gratitudine per essere stato ascoltato e aiutato, nelle sussurrate preghiere della folla di pellegrini ogni anno in processione accanto al santo, nella cura e devozione con cui le celebrazioni si svolgono, non soltanto nel capoluogo sardo.

I colori della festa per le strade di Cagliari
I colori della festa per le strade di Cagliari
I colori della festa per le strade di Cagliari

IL SANTO "DELLA PORTA ACCANTO" - Come ricorda Gianni Filippini nella sua nota editoriale di introduzione al testo, “soprattutto a Stampace – il quartiere storico che vanta di ospitare la sua chiesa e che è custode rigoroso dei riti tradizionali – Sant'Efisio è considerato padre e fratello, nonno e zio. È nel cuore del popolo, da qualche altre parte lo definirebbero forse “il santo della porta accanto”. E chiamarlo affettuosamente “Efisieddu nostru” è quindi soltanto una logica conseguenza di un sentimento che nel tempo trascorso dai lontani giorni della peste si è fatto più forte e profondo”.

IL RACCONTO - Paolo Matta, con una ricostruzione estremamente completa per ricchezza di fonti e documenti citati, accompagna il lettore alla scoperta di tutto quanto accade dietro l'evento diventato ormai un richiamo mondiale, una delle feste più importanti dell’area mediterranea e, in particolare, la processione a piedi più lunga d’Europa: da Cagliari a Sarroch, Villa San Pietro, Pula, la chiesetta di Nora e poi, la sera del 4 maggio, il ritorno in città. Matta racconta, in particolare, ciò che soltanto a pochi è concesso di vedere, spiegando la ricorrenza in ogni dettaglio nel suo palese o segreto significato, nella sua valenza storica.

Scorrendo fra le pagine si ritrovano citazioni che ripercorrono questa tradizione in cui religiosità e avvincente spettacolarità si intersecano: dalla vestizione del santo, alle cerimonie civili e religiose, dal pellegrinaggio da Cagliari a Nora, all’Arciconfraternita, al luogo in cui il militare venuto da Antiochia nel 303, da irriducibile cristiano, per volere di Diocleziano, subì le torture, il martirio per decapitazione e invocò Dio per ottenerne la protezione di Cagliari dalle malattie e dai nemici.

LE IMMAGINI - Fra le immagini riportate nel volume appaiono, in un caleidoscopio di colori, i gruppi in abito tradizionale, i cavalieri della Guardiania, le traccas in abito da festa trainate dai buoi a richiamare con forza le eccellenze della civiltà contadina, i cesti di pane e di dolci, i fiori, i canti.

L’ORRORE DEL 1943 - Un richiamo particolare anche alle celebrazioni del 1943, quando in una Cagliari piegata dalle bombe la processione non mancò il tradizionale appuntamento, con il santo trasportato in una città "fantasma" su un furgoncino del latte, simbolo della voglia di guardare in avanti di un popolo che non avrebbe mai piegato la testa agli orrori della storia, aggrappandosi con forza al proprio santo. Un episodio che ha trovato recente celebrazione anche nel film "LAccabadora" del regista sardo Enrico Pau.

L’invito, dunque, è a ripercorrere forse la più sentita delle tradizioni del capoluogo e dell’intera Isola, "da secoli, sempre uguale, ma nei secoli, sempre diversa".

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